Tramonti,
F.R., 2004, Il disegno infantile: uno studio antropologico. Antropo, 8, 101-106. www.didac.ehu.es/antropo
Il disegno infantile: uno studio
antropologico
The infant
drawing: an anthropologic study
Francesca
Romana Tramonti
Laboratori di
Antropologia. Dipartimento di Biologia animale e Genetica. Università degli
Studi di Firenze. Via del Proconsolo, 12. 50122 Firenze E-mail: francescaromana.tramonti@unifi.it
Parole chiave: disegno infantile,
psicologia evolutiva.
Key words: infant drawing,
evolutionary psychology.
Riassunto
Il
presente lavoro focalizza aspetti cross-culturali del disegno infantile. Due le
prospettive delineate: quella universalista e quella contestualista. I disegni
infantili possiedono un alfabeto universale o sono più sensibili al contesto
culturale? Questi quesiti si basano sul dibattito fra la natura e la cultura
umana.
Abstract
The present work
focalize cross-cultures points of view on infant drawing. The two perspectives
are: the universal and the environmental. Have infant drawings an universal
alphabet or are more sensible to the culture? These questions found by the
discussion between human nature and culture.
Alcuni autori hanno evidenziato che la ricorrente forma nel disegno dei bambini potrebbe derivare da convenzioni iconografiche delle culture di provenienza e dalla precocità dell’esposizione ad esse (Oliverio Ferraris, 1973).
Le differenze cross-culturali nelle rappresentazioni della figura umana suggeriscono che non esiste un modo ideale di rappresentarla, esistono invece molteplici soluzioni. Esse quindi possono essere interpretate come differenti scelte nelle modalità di disegnare una figura umana riconoscibile e riflettere un modo diverso di risolvere il problema.
Il paese è un contesto più avvantaggiato culturalmente rispetto a quello della favela; ha caratteristiche socio-familiari e scolastiche migliori, è più simile a quello di un paese occidentale. E’ un villaggio in cui le case sono vere e proprie abitazioni in muratura. Spesso la famiglia è composta da madre e padre stabili. La scuola è frequentata dai bambini e l’istruzione è simile a quella dei bambini occidentali. Alcune ore di lezione alla settimana sono dedicate a disegno. Inoltre, i libri scolastici contengono illustrazioni con la figura umana e le immagini sono diffuse. Il test somministrato in questa ricerca è il Test della Figura umana (Polacek e Carli,1976). Le istruzioni seguite in base al manuale (Polacek e Carli, 1976) prevedevano il disegno di una figura umana non specificandone il genere e poi il disegno di una seconda figura umana di genere opposto alla prima. I materiali usati sono stati carta formato A4, matita e gomma da cancellare.
L’analisi dei dati è stata svolta utilizzando il software statistico SPSS (Statistical Package for Social Science).
Risultati
E’ stata calcolata l’ANOVA (ANalysis Of VAriance) che ha indicato una differenza tra le medie dei punteggi ottenuti dai partecipanti. Inoltre è stato calcolato il test t per campioni indipendenti che ha evidenziato una differenza statisticamente significativa tra i due contesti per il test della figura umana.
Il confronto in base all’età ha indicato una differenza statisticamente
significativa nei punteggi dei due contesti.
Rispetto al primo obiettivo i risultati indicano che nel passaggio dai sette agli undici anni i bambini disegnano in maniera più dettagliata la figura umana. Questo dato ci informa che avviene una progressione nelle abilità al disegno durante l’incremento dell’età, in entrambi i contesti indagati
Rispetto al secondo obiettivo i risultati mostrano che il contesto del paese è quello che sollecita migliori produzioni pittoriche. Un’esposizione a materiale iconico quindi, produce un’elaborazione di questi stimoli e una loro corretta traduzione procedurale (vedi tab.1).
Inoltre, il tempo impiegato nell’esercizio pittorico è quantitativamente superiore nella scuola di paese rispetto alla scuola della favela.
Le principali differenze cross-culturali consistono nella precocità con cui i bambini giungono a rappresentare la figura convenzionale, nella scelta delle parti e nel modo in cui queste parti sono caratterizzate e connesse le une alle altre.
La scuola della favela non incoraggia le attività pittoriche. L’esercizio dell’attività grafica è ulteriormente e drasticamente ridotto, sia per la penuria di mezzi, sia per la prevalente preoccupazione ad alfabetizzare. le poche rappresentazioni della figura umana accessibili ai bambini sono quelle realistiche degli altri membri della comunità.
Invece, il disegno prodotto nel contesto del paese lascia spazio alla fantasia e alla creatività ed è incoraggiato dagli insegnanti.
All’interno di un repertorio universale che include una grande varietà di forme, la scelta che il bambino fa dipende solo in parte dall’esercizio dell’attività grafica stessa e in parte invece è effetto di una trasmissione sociale. Il passaggio dallo scarabocchio incontrollato alle forme proto-figurative che colpiscono per la loro ingegnosa essenzialità avviene entro un contesto culturale in cui i bambini hanno ampio accesso ad immagini semplificate (si pensi alle figure dei primi libri illustrati o ai cartoni animati).
P A E S E |
7 anni |
8 anni |
9 anni |
10 anni |
11 anni |
donna |
donna |
donna |
uomo |
uomo |
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F A V E L A |
7 anni |
8 anni |
9 anni |
10 anni |
11 anni |
donna |
donna |
uomo |
uomo |
donna |
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Tabella 1. Riproduzione
di alcuni esempi di disegni della figura umana prodotti dai bambini del paese e
della favela. Si noti come nel passaggio dai sette agli undici anni il disegno
della figura umana diventi maggiormente definito e riconoscibile. Inoltre,
l’effetto del contesto di appartenenza è molto evidente.
Table 1. Examples of human
figure made by children country’s and favela’s. In the passage from 7 to 11
years old human figure drawing is more detailed step by step. Not only, the
effect of the environment is very evident.
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