Tasso, M.,
Caravello, G.U., 2013. Analisi
ecologica delle distribuzioni di cognomi nell’area di confine italo-sloveno
(Val Resia, Alta Valle del Torre, Valli del Natisone e Valle dell’Isonzo).
Antropo, 30, 1-12. www.didac.ehu.es/antropo
Analisi ecologica delle distribuzioni di cognomi
nell’area di confine italo-sloveno (Val Resia, Alta Valle del Torre, Valli del
Natisone e Valle dell’Isonzo)
Ecological analysis of the
surname distributions in the Italian-Slovenian border area (Val Resia, Alta
Valle del Torre, Valli del Natisone and Valle dell’Isonzo)
Miro Tasso,
GianUmberto Caravello
Dr. GianUmberto Caravello - Dipartimento di
Medicina Ambientale e Sanità Pubblica-sede di Igiene - Università di Padova.
Via Loredan, 18 - 35131 Padova - Italia. E-mail: gianumberto.caravello@unipd.it
Parole chiave: indice di
similarità, indice di diversità, cognomi, Italia, Slovenia.
Key words: similarity index,
diversity index, surnames, Italy, Slovenia.
Riassunto
Il presente studio ha utilizzato le
distribuzioni dei cognomi in diciotto comuni posti nell’area di confine
italo-sloveno, esattamente tre valli del Friuli (Val Resia, Alta Valle del
Torre, Valli del Natisone) e una parte della Valle dell’Isonzo. In tutti questi
comuni si parlano dialetti sloveni. Tali dati hanno permesso di ricavare un
indice di similarità ecologica come analisi fondamentale, inoltre le
distribuzioni dei cognomi sono state impiegate per determinare la diversità
delle popolazioni comunali sulla base di un altro indice ecologico. Nel passato,
soprattutto durante il XIX secolo, nei piccoli e isolati centri delle valli
friulane come quelle del Natisone si è risentito di un effetto di
italianizzazione di numerosi cognomi, che erano in realtà sloveni, ad opera dei
parroci italofoni che vi prestavano il servizio pastorale. Al fine di
evidenziare le relazioni esistenti tra le comunità considerate e gli effetti
della presenza sul territorio di portatori di cognomi di origine slovena, sono
stati effettuati due tipi di confronti: il primo considera le similarità tra le
popolazioni usando i cognomi come oggi sono registrati negli elenchi telefonici
italiani e sloveni; il secondo ricalcolando le similarità tra popolazioni dopo
avere riportato nella loro forma originaria slovena quei cognomi che attualmente
sono scritti con la grafia italiana. La separazione in funzione della
nazionalità di appartenenza emerge in entrambi, però nel secondo confronto si
osserva una minore coesione tra i comuni delle Valli del Natisone.
L’appartenenza a entità culturali che si identificano con dialetti diversi
svolge un ruolo secondario nelle relazioni tra le popolazioni comunali,
rispetto alla geografia del territorio, agli eventi storici e agli aspetti
socioeconomici.
Abstract
In this study we have
analysed the distribution of surnames in eighteen municipalities in the
Italian-Slovenian border area, that is, three Friuli valleys (Val Resia, Alta
Valle del Torre, Valli del Natisone) and a part of Isonzo valley. In all the
municipalities Slovenian dialects are spoken. These data were useful to draw an
index of ecological similarity as main analysis, besides, the distribution of
surnames was also used to determine the diversity of municipality populations
by using another ecological index.
In the
past, in smaller and isolated villages of the Friuli valleys, especially in the
Natisone valleys, above all during the XIX° century, many Italian-speaking
parish priests italianized a lot of Slovenian surnames. In order to track
surname relationships among the examined communities and to assess the impact
of Slovenian surname bearers on the Italian territory, two different
comparisons were performed. The first analyses similarity between the
populations using the surnames as they are recorded in the Italian and
Slovenian official telephone directories. The second one restores the
italianized Slovenian surnames to their original form and then recalculates
population similarity. Both comparisons evidence a separation that depends on
nationality, whereras in the second comparison we observe a lower cohesion
among the municipalities in the Natisone valleys. Belonging to a cultural
identity, which is identified with different dialects, plays a secondary role
in the study of the relation among municipal populations as compared with the
geographical elements, historical events and socioeconomical traits.
Introduzione
Nella parte orientale del confine italiano
sono presenti delle comunità slovene che hanno un’origine molto antica, infatti
popolazioni slave cominciarono a giungere dall’est, nella seconda metà del VI
secolo d.C., in seguito alla pressione esercitata sull’Europa occidentale
dall’avanzata degli Àvari provenienti dall’Asia orientale (Hösler, 2008). Gli
Àvari si stabilirono nelle pianure e nella conca del bacino dei Carpazi e sui
pendii circostanti, mentre le tribù slave loro soggette, che essi avevano
trascinato con sé nell’invasione della Pannonia, si infiltrarono dappertutto
nel Norico e nella Pannonia settentrionale, creando un cerchio sempre più ampio
attorno ai territori di stanziamento àvari, verso Occidente fino alle Alpi e
anche verso le valli del Danubio, della Drava e della Sava (Bóna, 2000). Gli
Slavi alpini raggiunsero ben presto una amplissima espansione, andando a
occupare vaste aree centroeuropee, scendendo fino alla valle del Gail e alle
valli superiori della Drava e dell’Isonzo (Pellegrini, 1986) e, all’inizio del
VII secolo d.C., si sollevarono contro l’impero Àvaro (Bóna, 2000).
L’indebolimento della potenza àvara favorirà la rapida espansione slava, sia
verso il sud, sia verso l’est e l’ovest (Conte, 1990), tanto che gli Sloveni,
dopo varie incursioni e lotte con i Longobardi del Friuli, vennero a stabilirsi
definitivamente nella regione tra le Alpi e l’Adriatico, specialmente a partire
dal X secolo d.C. (Pellegrini, 1986).
Le comunità slovene italiane, tutte
localizzate sul confine orientale, parlano nel complesso sette dialetti
differenti (Merkù, 2012; Ramovš, 1957) che sono variamente distribuiti a
seconda della morfologia territoriale. In particolare, i centri friulani presi
in considerazione nel presente studio registrano i seguenti: il dialetto
resiano-rezijansko nell’esteso comune di Resia; il dialetto del
Natisone-nadiško che comprende il gruppo di comuni di Drenchia, Grimacco,
Pulfero, San Leonardo, San Pietro al Natisone, Savogna e Stregna; il dialetto
del Torre-tersko con i comuni di Attimis, Faedis, Lusevera, Nimis, Taipana,
Torreano (Figg. 1, 2). Il comune di Resia, che costituisce la valle omonima, è
articolato in diversi nuclei abitati, sviluppandosi in direzione ovest-est per
una ventina di chilometri e ad est risulta chiuso da un massiccio montuoso che
segna il confine tra l'Italia e la Slovenia. In questa valle si distinguono due
gruppi di parlate, uno occidentale e un altro orientale (Steenwijk, 1998),
sebbene le varie frazioni esistenti mettano in luce caratteristiche dialettali
proprie (Merkù, 2012). Per quanto riguarda le Valli del Natisone, sono
attraversate da altrettanti corsi d’acqua, cioè il Natisone, l’Alberone, il Cosizza
e l’Erbezzo, il paesaggio è punteggiato da piccoli abitati e in esse il
dialetto si è mantenuto compatto e con maggiori arcaismi sino al 1866, ossia
finché questo territorio, dopo la sovranità veneziana e quella austro-ungarica,
non passò sotto la sovranità italiana (Merkù, 2012). Del resto, durante il
periodo del Patriarcato di Aquileia (VIII secolo d.C.-1420) e con il successivo
dominio della Repubblica di Venezia (1420-1797), l’autonomia e i diritti delle
popolazioni del Natisone a usare la loro lingua materna e al mantenimento degli
usi e costumi loro originari furono rigorosamente rispettati (Bellinello,
1996). In effetti, la Repubblica di Venezia garantì autonomia amministrativa e
giurisdizionale a tali comunità, in cambio della difesa del confine orientale,
contribuendo quindi a salvaguardare quei caratteri originali che hanno fatto di
quest’area un’unità storico-geografica ben definita (Iei, 2000). L’Alta Valle
del Torre, al contrario delle precedenti, è certamente quella meno isolata e
maggiormente aperta verso la regione friulana anche e soprattutto dal punto di
vista economico (Dapit, 2001). Dal momento che tale valle è posta sul confine
linguistico, il suo dialetto sloveno evidenzia vistose interazioni con il
friulano, nonostante ormai non sia quasi più parlato (Merkù, 2012), tanto che
le percentuali di individui slovenofoni sono mediamente inferiori rispetto alle
valli già descritte (Tab. 1). Infine, nel vicino territorio sloveno si contano
complessivamente sei gruppi dialettali differenti con ulteriori suddivisioni
(Merkù, 2012; Ramovš, 1957). Analogamente all’area italiana, essi sono
variamente distribuiti e infatti i quattro comuni esaminati, ubicati nella
media-alta Valle dell’Isonzo, rientrano in tre distinti raggruppamenti dal
punto di vista linguistico: obsoška, che comprende il bovško e il kobariško con
epicentri, rispettivamente, a Bovec e a Kobarid; rovtarska che include, tra gli
altri, il tolminsko parlato a Tolmin; kraško, ossia il dialetto carsico
unitario, che abbraccia alcuni comuni e, nello specifico, Kanal.
Figura 1. La posizione geografica dell’Italia e della Slovenia in Europa. L’area rettangolare studiata è mostrata in maggiori proporzioni nella Fig. 2.
Figure 1. The geographical positions of
Italy and Slovenia in Europe. The rectangular area studied is shown in bigger
proportions in Fig. 2.
Figura 2. Ingrandimento dell’area rettangolare mostrata nella Fig. 1: i 18 comuni analizzati e la loro localizzazione geografica. La linea marcata indica il confine di Stato (vedi la Tab. 1 per le sigle dei comuni).
Figure 2. Magnification of the rectangular
area in Fig. 1: the 18 municipalities analysed and their geographical
localization. Thick line marks State border (see Tab. 1 for the municipality
abbreviations).
Sigla |
Comune |
Abb. |
Cog. |
Valle e nazione |
Abb.ri% |
Cog. ri.% |
Slov.% |
At |
Attimis |
694 |
348 |
Alta Valle del Torre (Ita) |
17.43 |
10.63 |
25.40 |
Bo |
Bovec |
954 |
343 |
Valle dell’Isonzo (Slo) |
0.00 |
0.00 |
- |
Dr |
Drenchia |
106 |
42 |
Valli del Natisone (Ita) |
73.58 |
52.38 |
92.80 |
Fa |
Faedis |
1073 |
538 |
Alta Valle del Torre (Ita) |
18.45 |
13.01 |
10.00 |
Gr |
Grimacco |
185 |
74 |
Valli del Natisone (Ita) |
78.92 |
51.35 |
86.30 |
Ka |
Kanal |
1753 |
542 |
Valle dell’Isonzo (Slo) |
0.68 |
0.74 |
- |
Ko |
Kobarid |
1320 |
347 |
Valle dell’Isonzo (Slo) |
0.76 |
1.44 |
- |
Lu |
Lusevera |
321 |
134 |
Alta Valle del Torre (Ita) |
28.04 |
13.43 |
56.10 |
Ni |
Nimis |
1020 |
478 |
Alta Valle del Torre (Ita) |
12.35 |
9.62 |
3.30 |
Pu |
Pulfero |
492 |
197 |
Valli del Natisone (Ita) |
46.95 |
27.92 |
82.30 |
Re |
Resia |
522 |
153 |
Val Resia (Ita) |
26.05 |
9.15 |
80.00 |
Sl |
San Leonardo |
395 |
184 |
Valli del Natisone (Ita) |
57.97 |
33.15 |
59.10 |
Sp |
San Pietro al Natisone |
786 |
383 |
Valli del Natisone (Ita) |
44.02 |
24.28 |
80.00 |
St |
Stregna |
179 |
74 |
Valli del Natisone (Ita) |
66.48 |
51.35 |
79.20 |
Sv |
Savogna |
235 |
93 |
Valli del Natisone (Ita) |
61.28 |
40.86 |
89.60 |
Ta |
Taipana |
348 |
137 |
Alta Valle del Torre (Ita) |
30.46 |
17.52 |
70.00 |
Tl |
Tolmin |
3438 |
820 |
Valle dell’Isonzo (Slo) |
0.96 |
1.46 |
- |
Tr |
Torreano |
798 |
385 |
Alta Valle del Torre (Ita) |
24.69 |
14.80 |
8.70 |
Tabella 1. Elenco delle sigle con i relativi comuni presi in esame nell’analisi. Ad ogni comune corrisponde il numero totale di abbonati (Abb.) e quello di cognomi (Cog.) ricavati dagli elenchi telefonici. Sono scritti i nomi delle valli e della nazione di appartenenza (Ita/Slo). Per ciascun comune è indicata la corrispondente percentuale di abbonati riscritti (Abb.ri%) e cognomi riscritti (Cog.ri.%) nella forma slovena, inoltre vengono riportate la percentuali di slovenofoni (Slov.%) riferite all’anno 1993 (Bellinello, 1996).
Table 1. List of all the abbreviations of
all the municipalities considered. Each muncipality is matched to the total
number of telephone subscribers (Abb.) and surnames (Cog.) found in telephone
directories. The names of the valleys and nations (Ita/Slo) each municipality
belongs to are also listed. For each municipality there is the respective
percentage of subscribers (Abb.ri%) and surnames (Cog.ri%) bearing restored
Slovenian surnames and the percentages of the Slovenian-speaking (Slov.%)
communities referring to the year 1993 (Bellinello, 1996) are reported.
Le lingue e i dialetti segnano
inevitabilmente la genesi dei cognomi, vale a dire quelle particolari
espressioni culturali intimamente legate a ciascun individuo e che
rappresentano i segni distintivi delle famiglie. I cognomi trovano le loro
radici a partire dall’ultimo Medio Evo e dal Rinascimento, cioè da quando si
affermarono nella società europea occidentale istituzioni e procedure
economiche, amministrative, giuridiche, notarili e religiose che ne
comportarono la cristallizzazione e la trasmissione in linea ereditaria (De
Felice, 1978). In pratica, il cognome nasce quando la vita socioeconomica
comincia a diversificarsi e, non casualmente, compare a Venezia che, ben prima
del Mille, evidenziava una situazione assolutamente unica dal punto di vista
del sistema binomiale moderno, rappresentato dal nome personale più il nome
familiare o cognome (Folena, 1971). Nella città lagunare, infatti, si forma e
attecchisce tale sistema assai prima che altrove, vista l’esistenza di una
pulsante anima commerciale che comportava l’esigenza di identificare in maniera
inequivocabile le persone riportate nelle scritture contabili o notarili. Al
contrario, in Friuli, ove la situazione sociale era ben diversa, si deve
attendere il XIV secolo per vedere i primi rari cognomi soltanto in quelle
cittadine caratterizzate da una intensa vita economica, tuttavia la gran parte
di essi trovò la prima attestazione scritta tra il XVI e il XVII secolo
(Costantini e Fantini, 2011). Va inoltre ricordato che per secoli si è
verificata la tendenza da parte dei parroci, degli ufficiali di stato civile o di
altri funzionari nel registrare i cognomi in forme che dovevano esprimere una
particolare cultura o una certa fonìa linguistica (De Felice, 1980). Ciò fu
particolarmente evidente nei territori di confine, basti pensare al caso delle
popolazioni dolomitiche in cui i cognomi di origine ladina furono conservati in
parte con ortografia italiana, in parte con ortografia tedesca, a seconda
dell’idioma parlato dal sacerdote che custodiva i libri parrocchiali (Lorenzi,
1908). Ebbene, anche nei piccoli e isolati centri di alcune valli friulane,
come quelle del Natisone, si è risentito di un effetto di italianizzazione di
numerosi cognomi che originariamente erano sloveni. Tale cambiamento, che si
può immaginare come un agente mutageno nei confronti dei cognomi, sembra
essersi verificato soprattutto nel XIX secolo ad opera dei parroci italofoni
che vi prestavano il servizio pastorale (Merkù, 2012; Parovel, 1985).
La finalità del presente studio è quella di
confrontare le distribuzioni dei cognomi delle popolazioni comunali delle Valli
Resia, del Torre e del Natisone, insieme a quelle limitrofe slovene poste al di
là del confine, esattamente nella media-alta Valle del fiume Isonzo. L’analisi
utilizzerà un indice ecologico di similarità – BC – (Bray e Curtis,
1957) e uno di diversità – H
– (Shannon e Weaver, 1949), assumendo che ciascuna popolazione comunale
possa essere immaginata come una comunità ecologica, in cui i cognomi siano
assimilati alle differenti specie ivi esistenti, ciascuna delle quali
costituita da un certo numero di individui. Una siffatta elaborazione ecologica
è già stata applicata alle distribuzioni dei cognomi nel Sulcis, una regione
storico-geografica della Sardegna sudoccidentale (Caravello e Tasso, 2002) e in
piccole aree del Trentino-Alto Adige, una regione alpina italiana (Tasso e
Caravello, 2002; 2003-04). Le suddette distribuzioni saranno analizzate
dapprima prendendo i cognomi nella loro scrittura attuale, così come sono
indicati negli elenchi telefonici italiani e sloveni, poi saranno riconsiderate
dopo avere riportato nella loro forma originaria slovena quei cognomi che oggi
sono scritti secondo la grafia italiana. In tal modo si intendono visualizzare
le possibili variazioni che intervengono nel grado di similarità e di diversità
tra le strutture per cognomi delle popolazioni a seguito delle mutazioni
introdotte nel passato.
Materiali e metodi
I dati relativi alle distribuzioni dei
cognomi in determinate regioni possono essere agevolmente estratti dagli
elenchi telefonici, prendendo in considerazione unicamente gli abbonamenti che
corrispondono a persone fisiche. La struttura per cognomi che da essi ne deriva
è stata impiegata in indagini a livello nazionale (Barrai et al., 1999;
Lucchetti et al. 1996), ma anche su contesti più limitati, come quelli
provinciali (Caravello e Tasso, 1999; De Silvestri e Guglielmino, 2004) o
quelli comunali (Lucchetti et al., 2001). In generale, i cognomi rivestono
grande importanza negli studi di antropologia, genetica di popolazioni ed
ecologia umana (Colantonio et al., 2003; Crow, 1996) grazie soprattutto al loro
elevato polimorfismo che permette di evidenziare differenze e distinzioni
persino in aree geograficamente circoscritte, dove le analisi con i marcatori
genetici classici di solito non consentono di far emergere variabilità o
differenziazioni (Lucchetti e Soliani, 1989).
Le liste dei cognomi derivano dagli elenchi
telefonici italiano (anno 1998) e sloveno (anno 2001): 14 comuni italiani e 4
comuni sloveni. Quelli italiani si suddividono in tre valli friulane: Val Resia
comprendente l’unico comune di Resia; Alta Valle del Torre con i comuni di
Attimis, Faedis, Lusevera, Nimis, Taipana, Torreano; Valli del Natisone con i
comuni di Drenchia, Grimacco, Pulfero, San Leonardo, San Pietro al Natisone,
Savogna, Stregna. I comuni sloveni di Bovec, Kanal, Kobarid, Tolmin rientrano
nella media-alta Valle dell’Isonzo.
I dati numerici provenienti dagli elenchi
telefonici della zona di confine tra Italia e Slovenia hanno permesso di
ricavare una matrice contenente il numero di individui corrispondente a ogni
cognome per ciascun comune preso in considerazione. Tale matrice è servita per
stimare, per tutte le possibili coppie di comuni esaminati, il coefficiente di
similarità BC (Bray e Curtis, 1957), in cui la similarità Sjk tra il j-esimo e il k-esimo
comune viene determinata nel seguente modo:
dove p è il numero di
cognomi, yij rappresenta
il numero di individui dell’i-esimo
cognome nel j-esimo comune, mentre yik
rappresenta il numero di individui dell’i-esimo
cognome nel k-esimo comune; |...| è il valore assoluto della
differenza tra i due anzidetti numeri di individui. Questo coefficiente si
calcola in maniera molto semplice e permette di evidenziare due casi limite: se
S è uguale a zero i due comuni non
condividono nessun cognome, se invece S
è uguale a 100 i due comuni sono identici per quel che concerne la struttura
per cognomi (Clarke e Warwick, 1994).
Successivamente, è stata applicata la cluster analysis per raggruppare i
singoli comuni, la quale si basa sul coefficiente di similarità BC in modo che
la somiglianza tra i comuni, all’interno di ogni gruppo, sia maggiore di quella
tra comuni di gruppi diversi. Ovviamente, due comunità umane possono presentare
strutture differenti, pur avendo gli stessi cognomi, se la distribuzione del
numero di individui è consistentemente diversa nei diversi gruppi. Il metodo è
una hierarchical agglomerative clustering
che parte da una matrice di similarità e poi fonde i campioni in gruppi, i
gruppi sono raccolti in raggruppamenti più grandi, partendo con le similarità
più alte, poi gradualmente abbassando il livello di similarità in cui i gruppi
sono formati. Il processo termina quando un singolo raggruppamento contiene
tutti i campioni. Il risultato di una hierarchical
clustering, utilizzando il group-average
linking delle similarità di Bray-Curtis, è rappresentato da un
dendrogramma, cioè un diagramma delle relazioni di similitudine tra i campioni
(Clarke e Warwick, 1994). Quindi, è stato applicato il non metric multidimensional scaling (MDS) alla matrice di
similarità (Clarke e Warwick, 1994), da cui si ricava una rappresentazione
topologica che visualizza graficamente le relazioni tra le popolazioni in
oggetto: più facile a leggersi rispetto al dendrogramma, essa è costruita in
modo da rispettare il grado di similarità esistente tra ciascuna popolazione e
tutte le altre. Tale rappresentazione è costruita in modo da conservare i
ranghi di similarità come distanze euclidee in uno schema bidimensionale;
questa trasformazione di similarità in distanze avviene mediante una
regressione non parametrica, la cui bontà è espressa da un coefficiente di stress che è una misura del grado di
dispersione dei dati intorno alla linea di regressione (Clarke e Warwick,
1994).
La similarità ricavata dalle distribuzioni
dei cognomi tra coppie di popolazioni è stata calcolata, come già accennato,
una prima volta utilizzando i cognomi così come sono riportati negli elenchi
telefonici nazionali e una seconda volta dopo aver riscritto nella forma originaria
slovena quei cognomi che nel passato furono italianizzati. L’individuazione dei
cognomi di origine slovena e attualmente scritti secondo la grafia italiana è
stata effettuata grazie a delle fonti bibliografiche (Merkù, 1982; Pizzagalli,
1929).
Un altro parametro ecologico preso in
considerazione nello studio è l’indice di diversità H derivato dalla “Teoria dell’informazione” (Shannon e Weaver,
1949), che si basa sull’abbondanza proporzionale di specie (Magurran, 1988) ed
è definito da:
dove pi è la
frequenza del cognome i. In
dettaglio, H = 0 se, e solo se, tutti
i pi , meno uno, sono
zero, avendo quest’ultimo valore unitario, pertanto saremo nel caso in cui
tutti gli individui della popolazione hanno lo stesso cognome, mentre il valore
massimo di H è dato da una ipotetica
situazione in cui tutti i cognomi siano egualmente abbondanti, ossia quando
tutti i pi sono uguali
(Shannon e Weaver, 1949). I valori di H
nelle comunità ecologiche naturali mostrano il grado di diversità e conseguente
stabilità presente in un ecosistema (Odum, 1989). In campo ecologico è infatti
noto che un indice di diversità elevato corrisponde a delle condizioni
ambientali favorevoli, poiché permettono l’insediamento di numerose specie,
ognuna essendo costituita da un piccolo numero di individui, invece un basso
indice di diversità rivela delle condizioni di vita sfavorevoli per la gran
parte delle specie e soltanto alcune predominano con molti organismi. Un
ecosistema ha conseguentmente una propria struttura, nel senso che è costituito
da elementi diversi e ordinati secondo un modello, per esempio quello dato
dalla distribuzione degli individui in varie specie che, nel caso in questione,
corrispondono a vari cognomi. In generale, questa struttura diventa più
complessa e più ricca col passare del tempo, giungendo alla situazione della
comunità ecologicamente “matura”. Tale principio può anche essere applicato
alle comunità umane, prendendo come criterio la diversificazione di capacità e
professioni, realizzando una mappa della “maturità” nel senso ecologico
dell’organizzazione (Margalef, 1963). Analogamente, l’indice di diversità H, ottenuto grazie ai cognomi assimilati
alle specie, è da considerarsi un indicatore della “maturità” di una
popolazione umana dove, col tempo e a seconda del grado di endogamia, si può
creare uno specifico tipo di equilibrio tra le varie famiglie esistenti,
ciascuna delle quali viene rappresentata da un differente numero di individui
(Marcuzzi e Martinelli, 1988). Ne consegue che, in linea generale, una
popolazione potrà essere considerata “matura”, nel senso ecologico del termine,
se è costituita da un’apprezzabile varietà di cognomi senza che nessuno di essi
sia nettamente predominante sul totale.
Risultati
Tutte le località italiane analizzate registrano
una componente slovenofona, sebbene l’incidenza su una singola popolazione
comunale sia assai variabile, passando da valori uguali o inferiori al 10%, a
quelli uguali o superiori all’80% (Bellinello, 1996). Le percentuali più
elevate si notano nei comuni localizzati nelle Valli Resia e del Natisone, vale
a dire in zone montagnose ove le vie di comunicazione con i centri sloveni
oltre confine sono praticamente assenti – la Val Resia – o,
comunque, non molto frequentate perlomeno sino a quando la demarcazione con la
ex Jugoslavia fu una rilevante barriera politica. Per quanto riguarda invece i
cognomi di grafia italiana, ma riscritti nella forma originaria slovena, essi
si ritrovano in tutti i comuni italiani esaminati, pur con percentuali
differenti, passando infatti da un minimo del 9.15% nella Val Resia, ad una
media di valori del 13.17% nell’Alta Valle del Torre e del 39.99% nelle Valli
del Natisone. Va tuttavia precisato che nella Val Resia la suddetta percentuale
sarebbe maggiore facendo una puntuale analisi filologica dei cognomi ivi
esistenti (Merkù, 1981), raggiungendo verosimilmente valori oscillanti tra il
16 e il 19% del totale valligiano. Alcuni casi di questi cognomi sono stati
riscontrati anche in tre comuni sloveni, attestandosi però su percentuali del
tutto trascurabili. I risultati che riguardano le percentuali di abbonati
riscritti nella forma originaria slovena sono i seguenti: in Val Resia si
rileva il 26.05% e nell’Alta Valle del Torre si osserva una media del 21.94%
che, nelle Valli del Natisone, si porta fino al 61.31% (Tab. 1). In linea
generale, queste ultime percentuali sono superiori nei comuni maggiormente
vicini al confine di Stato.
L’indice di diversità H, calcolato dall’analisi dei cognomi rinvenuti nelle popolazioni
comunali, varia a seconda della località, ma i valori minori si notano nei
centri più piccoli e, soprattutto, laddove viene conteggiato un ridotto numero
di cognomi, ossia quattro comuni delle Valli del Natisone, due dell’Alta Valle
del Torre e anche nella Val Resia: essenzialmente si tratta sempre di comuni a
ridosso del confine italiano. Tali valori praticamente non cambiano dopo avere
riportato nella forma originaria slovena i cognomi che un tempo furono
italianizzati, perciò è chiaro che questa riscrittura non incide sulla
diversità ecologica (Tab. 2).
Sigla |
Comune |
H (1) |
H (2) |
Sigla |
Comune |
H (1) |
H (2) |
At |
Attimis |
2.33 |
2.33 |
Pu |
Pulfero |
2.04 |
2.03 |
Bo |
Bovec |
2.15 |
2.15 |
Re |
Resia |
1.78 |
1.78 |
Dr |
Drenchia |
1.43 |
1.43 |
Sl |
San Leonardo |
2.08 |
2.07 |
Fa |
Faedis |
2.53 |
2.53 |
Sp |
San Pietro al Natisone |
2.39 |
2.38 |
Gr |
Grimacco |
1.66 |
1.64 |
St |
Stregna |
1.67 |
1.67 |
Ka |
Kanal |
2.45 |
2.45 |
Sv |
Savogna |
1.75 |
1.75 |
Ko |
Kobarid |
2.20 |
2.20 |
Ta |
Taipana |
1.82 |
1.82 |
Lu |
Lusevera |
1.89 |
1.87 |
Tl |
Tolmin |
2.52 |
2.52 |
Ni |
Nimis |
2.40 |
2.40 |
Tr |
Torreano |
2.34 |
2.32 |
Tabella 2. Indice di diversità H calcolato per il totale dei cognomi di ciascuna popolazione comunale analizzata.
H (1): indice di diversità calcolato considerando i cognomi nella loro scrittura attuale, così come sono indicati nell’elenco telefonico. H (2): indice di diversità calcolato dopo aver riportato nella loro forma originaria slovena quei cognomi che attualmente sono scritti nell’elenco telefonico con la grafia italiana.
Table 2. Index of diversity H for the total of surnames in each municipal population analysed.
Le rappresentazioni topologiche, ottenute
applicando il non metric multidimensional
scaling alla matrice di similarità per cognomi, descrivono su due
dimensioni le relazioni reciproche fra le 18 popolazioni comunali analizzate,
considerando i cognomi sia nella loro forma ufficiale presente negli elenchi
telefonici (Fig. 3), sia riscrivendo nelle originarie forme slovene quei
cognomi italianizzati nel passato (Fig. 4). Si nota in entrambe le figure una
netta separazione in funzione della nazionalità di appartenenza, tanto che i
comuni sloveni formano un gruppo abbastanza coeso, specialmente nel primo
grafico, mentre i comuni italiani si possono suddividere a seconda della valle
nella quale rientrano. I risultati sono sostanzialmente simili nelle due rappresentazioni:
l’insieme dei comuni dell’Alta Valle del Torre appare piuttosto sparso e quello
dei comuni delle Valli del Natisone è relativamente più raccolto, sebbene per
questi ultimi, nel secondo grafico, sia osservabile una certa dispersione fra
di essi; il comune di Resia, invece, si distacca sempre da tutti gli altri.
Figura 3. Rappresentazione topologica delle relazioni fra le diciotto popolazioni comunali esaminate (Stress=0.098). Ad ogni comune corrisponde una sigla (vedi la Tab. 1), la cui localizzazione geografica è visualizzata nella Fig. 2.
Figure 3. Topological representation of the
relationships between the eighteen municipal populations (Stress=0.098). Each municipality has an abbreviation (see Tab. 1)
and its geographical position is shown in Fig. 2.
Figura 4. Rappresentazione topologica delle relazioni fra le diciotto popolazioni comunali esaminate, dopo aver riscritto i cognomi nelle loro originarie forme slovene (Stress=0.138). Ad ogni comune corrisponde una sigla (vedi la Tab. 1), la cui localizzazione geografica è visualizzata nella Fig. 2.
Figure 4. Topological representation of the
relationships between the eighteen municipal populations, after rewriting the
surnames in the original Slovenian forms (Stress=0.138).
Each municipality has an abbreviation (see Tab. 1) and its geographical
position is shown in Fig. 2.
Discussione
Lungo il confine tra Italia e Slovenia sono presenti delle comunità che parlano diversi dialetti sloveni e nelle quali la componente onomastica è estremamente variegata (Merkù, 1982). Il territorio esaminato comprende la cosiddetta Slavia veneta o Slavia friulana, denominata anche Benecìa, la quale includeva storicamente le Valli del Natisone, del Torre e dello Judrio; vengono inoltre considerate la Val Resia e la media-alta Valle dell’Isonzo (Figg. 1, 2). Le distribuzioni dei cognomi ricavate dagli elenchi telefonici e riguardanti l’area oggetto dello studio portano a due rappresentazioni topologiche (Figg. 3, 4) che distinguono bene le comunità italiane da quelle slovene, riflettendo quindi le peculiarità linguistiche predominanti nei due Paesi. Le comunità italiane mostrano maggiore variabilità rispetto a quelle slovene, che sono abbastanza coese, evidentemente perché la struttura per cognomi di queste ultime le rende molto più simili tra loro proprio quando si confrontano con dei centri oltre confine che denotano una struttura onomastica del tutto differente. Se invece si effettua la stima della similarità cognominale fra comuni tutti appartenenti alla Slovenia occidentale, cioè al medesimo territorio nazionale, la variabilità emerge chiaramente (Tasso et al., 2005).
I comuni dell’Alta Valle del Torre sono
separati nei grafici, mentre quelli delle Valli del Natisone tendono verso una
dispersione soltanto dopo la riscrittura dei cognomi italianizzati nel passato.
Tali risultati denotano che nell’Alta Valle del Torre le strutture per cognomi
sono abbastanza dissimili tra loro ed è realistico pensare che nelle Valli del
Natisone le strutture per cognomi si siano meglio preservate in considerazione
dell’antichità degli insediamenti, ma anche in seguito agli eventi storici e
alla situazione socioeconomica delle popolazioni dimoranti che non hanno
certamente favorito l’immigrazione (Tasso et al., 2004). In sostanza, nel primo
grafico si manifesta una relativa coesione di queste comunità che viene
indebolita nel secondo perché nelle Valli del Natisone la percentuale di
cognomi e di abbonati riscritti nella forma originaria slovena è elevata (Tab.
1), fatto che modifica, almeno parzialmente, la struttura precedente.
Nell’esteso comune di Resia, che si stacca sempre dall’insieme dei punti delle
rappresentazioni topologiche, si trovano cognomi sloveni, friulani, oppure di
altra origine, ma comunque forme molto frequenti o endemiche di ciascun piccolo
centro che fa parte della medesima area amministrativa (Merkù, 1981),
testimoniando una realtà onomastica non omogenea e peculiare in seno allo
stesso contesto geografico che lo distingue dall’insieme delle popolazioni
studiate.
Una domanda importante insorge: l’elemento
linguistico, che si esprime nella presenza territoriale di specifici dialetti
sloveni, ha influenzato una aggregazione delle strutture per cognomi rilevate?
Innanzi tutto va detto che i comuni italiani e sloveni si distinguono
primariamente per l’esistenza di strutture per cognomi profondamente
differenti, ma la similarità tra le popolazioni delle due nazioni non cambia
sostanzialmente anche se si riscrivono nella forma originaria slovena quei
cognomi che furono italianizzati soprattutto nel XIX secolo. In pratica, nella
seconda rappresentazione topologica i comuni italiani non si avvicinano a
quelli sloveni e possiamo parlare di “effetto nazionalità” che ha indubbiamente
accentuato le distinzioni di carattere onomastico ai due lati del confine. Non
dobbiamo dimenticare, inoltre, che nel corso delle decadi successive alla
conclusione del secondo conflitto mondiale, in conseguenza della creazione e
della persistenza di due contrapposti blocchi politico-militari, non furono
facilitati gli spostamenti di individui tra Italia e Jugoslavia. È tuttavia
evidente che, sulla base delle distribuzioni dei cognomi, le popolazioni
esaminate si possono suddividere a seconda delle valli di appartenenza,
ciascuna delle quali praticamente coincide con l’areale di un determinato
dialetto sloveno, sebbene le aggregazioni tra comuni non sempre siano come ci
si potrebbe aspettare. Fatta eccezione per il particolare caso della Val Resia,
dal quale emergono le sue particolarità onomastiche in un contesto di marcato
isolamento, soltanto le Valli del Natisone nella prima elaborazione grafica
potrebbero far ipotizzare una maggiore unione tra comunità che parlano il
medesimo idioma. Tutto ciò viene però indebolito nel momento in cui si effettua
la riscrittura dei cognomi e, per quanto riguarda l’Alta Valle del Torre, è
sempre messo in luce un insieme di centri piuttosto sparso. I risultati della
presente analisi rifletterebbero delle caratteristiche di altro genere. L’Alta
Valle del Torre, infatti, è chiaramente aperta verso il mondo friulano dal
punto di vista fisico ed economico, mancando di un centro importante nella
valle che possa offrire attività lavorative, servizi e prodotti commerciali; al
contrario, le Valli del Natisone presentano un centro di gravitazione, ossia
San Pietro al Natisone, mentre la Val Resia risulta fisicamente chiusa e
isolata (Dapit, 2001). Gli aspetti socioeconomici potrebbero quindi avere
contribuito a diversificare maggiormente le strutture per cognomi nei paesi
dell’Alta Valle del Torre rispetto al resto delle comunità esaminate?
Quest’ultima domanda troverebbe risposta nel
fatto che la diversità H si attesta
su dei valori tendenzialmente maggiori proprio in quei comuni dell’Alta Valle
del Torre rivolti verso l’area friulana, come è il caso di Faedis,
testimoniando una varietà di cognomi senza che nessuno di essi sia nettamente
predominante sul totale. Anche San Pietro al Natisone rivela un indice
relativamente alto, il che dimostra la sua azione di polo attrattivo a livello
locale, favorendo lo sviluppo di una realtà onomastica più variegata degli
altri comuni valligiani. Resia, per contro, mostra un indice inferiore ai
precedenti, nonostante siano rilevabili nel suo territorio cognomi di origine
slovena e anche di origine friulana, questi ultimi giunti per immigrazione
(Merkù, 1981), ma è sicuro che l’isolamento di tale valle ha influito nel
preservare una peculiare struttura onomastica. Per quanto riguarda il
territorio sloveno, si nota che i valori di H
sono tutti elevati rispetto alle località italiane (Tab. 2) e questo risultato
dipende dalla situazione di tali comuni che sono mediamente più popolati, anche
se ciascuno è costituito da un centro principale con varie frazioni di
riferimento, ma sempre con una certa varietà di cognomi senza la prevalenza di
qualcuno in particolare. Tra gli altri, spicca l’indice di Tolmin che
rappresenta il principale riferimento dal punto di vista socioeconomico nella
media-alta Valle dell’Isonzo. I valori della diversità H sono nel complesso paragonabili o, in alcuni casi, superiori a
quelli calcolati in ventuno comuni del Trentino-Alto Adige (Tasso e Caravello,
2002; 2003-04), vale a dire località ubicate in ambienti di montagna, sebbene
siano più bassi di quelli riscontrati in tredici comuni dell’immediato
entroterra veneziano (Tasso e Danieli, 1994), cioè in un’area pianeggiante e
caratterizzata da una maggiore presenza di molteplici attività economiche. Si
può quindi ben ipotizzare che la cosiddetta “maturità” in termini ecologici sia
verificabile laddove il contesto geografico e, soprattutto, quello
socioeconomico possano favorire l’insediamento di famiglie di varia
provenienza, con cognomi differenti senza che vi sia la netta predominanza di
uno o pochi di essi.
Le suddette osservazioni confermano che
l’utilizzazione di uno stesso dialetto sloveno non sembra avere rilevanza nel
definire la similarità per cognomi tra popolazioni, neppure considerando
l’intero confine orientale italiano (Lucchetti et al., 2011). In altre parole,
l’appartenenza a entità culturali che si identificano con lingue o dialetti
diversi svolge un ruolo secondario negli studi delle relazioni tra popolazioni,
rispetto all’accessibilità delle vie di comunicazione e anche allo sviluppo
socioeconomico (Caravello et al., 2009).
In conclusione, si può affermare che
nell’area oggetto della presente analisi la lingua ha ovviamente condizionato
la genesi dei cognomi, mentre le caratteristiche geografiche ne hanno favorito
la loro diffusione o concentrazione, ma verosimilmente sotto la condizione
socioeconomica delle popolazioni. Tutto ciò è vero tanto più si è ubicati nei
territori posti al confine linguistico, dove le comunità umane si confondono
non presentando limiti netti e definibili, ad eccezione di quelli politico-amministrativi
soggetti ai mutamenti della storia.
Ringraziamenti. Il Prof. Pavle Merkù di Trieste ha fornito utili precisazioni sulla situazione linguistica-onomastica e sull’evoluzione storica dell’area analizzata. Benedetta Roncarati ha organizzato i dati numerici rendendoli idonei all’elaborazione ecologica. Gli autori esprimono ad entrambi la loro più viva riconoscenza.
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