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Tasso, M., Caravello, G.U., 2013. Analisi ecologica delle distribuzioni di cognomi nell’area di confine italo-sloveno (Val Resia, Alta Valle del Torre, Valli del Natisone e Valle dell’Isonzo). Antropo, 30, 1-12. www.didac.ehu.es/antropo


 

Analisi ecologica delle distribuzioni di cognomi nell’area di confine italo-sloveno (Val Resia, Alta Valle del Torre, Valli del Natisone e Valle dell’Isonzo)

 

Ecological analysis of the surname distributions in the Italian-Slovenian border area (Val Resia, Alta Valle del Torre, Valli del Natisone and Valle dell’Isonzo)

 

Miro Tasso, GianUmberto Caravello

 

Dr. GianUmberto Caravello - Dipartimento di Medicina Ambientale e Sanità Pubblica-sede di Igiene - Università di Padova. Via Loredan, 18 - 35131 Padova - Italia. E-mail: gianumberto.caravello@unipd.it

 

Parole chiave: indice di similarità, indice di diversità, cognomi, Italia, Slovenia.

 

Key words: similarity index, diversity index, surnames, Italy, Slovenia.

 

Riassunto

Il presente studio ha utilizzato le distribuzioni dei cognomi in diciotto comuni posti nell’area di confine italo-sloveno, esattamente tre valli del Friuli (Val Resia, Alta Valle del Torre, Valli del Natisone) e una parte della Valle dell’Isonzo. In tutti questi comuni si parlano dialetti sloveni. Tali dati hanno permesso di ricavare un indice di similarità ecologica come analisi fondamentale, inoltre le distribuzioni dei cognomi sono state impiegate per determinare la diversità delle popolazioni comunali sulla base di un altro indice ecologico. Nel passato, soprattutto durante il XIX secolo, nei piccoli e isolati centri delle valli friulane come quelle del Natisone si è risentito di un effetto di italianizzazione di numerosi cognomi, che erano in realtà sloveni, ad opera dei parroci italofoni che vi prestavano il servizio pastorale. Al fine di evidenziare le relazioni esistenti tra le comunità considerate e gli effetti della presenza sul territorio di portatori di cognomi di origine slovena, sono stati effettuati due tipi di confronti: il primo considera le similarità tra le popolazioni usando i cognomi come oggi sono registrati negli elenchi telefonici italiani e sloveni; il secondo ricalcolando le similarità tra popolazioni dopo avere riportato nella loro forma originaria slovena quei cognomi che attualmente sono scritti con la grafia italiana. La separazione in funzione della nazionalità di appartenenza emerge in entrambi, però nel secondo confronto si osserva una minore coesione tra i comuni delle Valli del Natisone. L’appartenenza a entità culturali che si identificano con dialetti diversi svolge un ruolo secondario nelle relazioni tra le popolazioni comunali, rispetto alla geografia del territorio, agli eventi storici e agli aspetti socioeconomici.

 

Abstract

In this study we have analysed the distribution of surnames in eighteen municipalities in the Italian-Slovenian border area, that is, three Friuli valleys (Val Resia, Alta Valle del Torre, Valli del Natisone) and a part of Isonzo valley. In all the municipalities Slovenian dialects are spoken. These data were useful to draw an index of ecological similarity as main analysis, besides, the distribution of surnames was also used to determine the diversity of municipality populations by using another ecological index.

In the past, in smaller and isolated villages of the Friuli valleys, especially in the Natisone valleys, above all during the XIX° century, many Italian-speaking parish priests italianized a lot of Slovenian surnames. In order to track surname relationships among the examined communities and to assess the impact of Slovenian surname bearers on the Italian territory, two different comparisons were performed. The first analyses similarity between the populations using the surnames as they are recorded in the Italian and Slovenian official telephone directories. The second one restores the italianized Slovenian surnames to their original form and then recalculates population similarity. Both comparisons evidence a separation that depends on nationality, whereras in the second comparison we observe a lower cohesion among the municipalities in the Natisone valleys. Belonging to a cultural identity, which is identified with different dialects, plays a secondary role in the study of the relation among municipal populations as compared with the geographical elements, historical events and socioeconomical traits.

 

Introduzione

Nella parte orientale del confine italiano sono presenti delle comunità slovene che hanno un’origine molto antica, infatti popolazioni slave cominciarono a giungere dall’est, nella seconda metà del VI secolo d.C., in seguito alla pressione esercitata sull’Europa occidentale dall’avanzata degli Àvari provenienti dall’Asia orientale (Hösler, 2008). Gli Àvari si stabilirono nelle pianure e nella conca del bacino dei Carpazi e sui pendii circostanti, mentre le tribù slave loro soggette, che essi avevano trascinato con sé nell’invasione della Pannonia, si infiltrarono dappertutto nel Norico e nella Pannonia settentrionale, creando un cerchio sempre più ampio attorno ai territori di stanziamento àvari, verso Occidente fino alle Alpi e anche verso le valli del Danubio, della Drava e della Sava (Bóna, 2000). Gli Slavi alpini raggiunsero ben presto una amplissima espansione, andando a occupare vaste aree centroeuropee, scendendo fino alla valle del Gail e alle valli superiori della Drava e dell’Isonzo (Pellegrini, 1986) e, all’inizio del VII secolo d.C., si sollevarono contro l’impero Àvaro (Bóna, 2000). L’indebolimento della potenza àvara favorirà la rapida espansione slava, sia verso il sud, sia verso l’est e l’ovest (Conte, 1990), tanto che gli Sloveni, dopo varie incursioni e lotte con i Longobardi del Friuli, vennero a stabilirsi definitivamente nella regione tra le Alpi e l’Adriatico, specialmente a partire dal X secolo d.C. (Pellegrini, 1986).

Le comunità slovene italiane, tutte localizzate sul confine orientale, parlano nel complesso sette dialetti differenti (Merkù, 2012; Ramovš, 1957) che sono variamente distribuiti a seconda della morfologia territoriale. In particolare, i centri friulani presi in considerazione nel presente studio registrano i seguenti: il dialetto resiano-rezijansko nell’esteso comune di Resia; il dialetto del Natisone-nadiško che comprende il gruppo di comuni di Drenchia, Grimacco, Pulfero, San Leonardo, San Pietro al Natisone, Savogna e Stregna; il dialetto del Torre-tersko con i comuni di Attimis, Faedis, Lusevera, Nimis, Taipana, Torreano (Figg. 1, 2). Il comune di Resia, che costituisce la valle omonima, è articolato in diversi nuclei abitati, sviluppandosi in direzione ovest-est per una ventina di chilometri e ad est risulta chiuso da un massiccio montuoso che segna il confine tra l'Italia e la Slovenia. In questa valle si distinguono due gruppi di parlate, uno occidentale e un altro orientale (Steenwijk, 1998), sebbene le varie frazioni esistenti mettano in luce caratteristiche dialettali proprie (Merkù, 2012). Per quanto riguarda le Valli del Natisone, sono attraversate da altrettanti corsi d’acqua, cioè il Natisone, l’Alberone, il Cosizza e l’Erbezzo, il paesaggio è punteggiato da piccoli abitati e in esse il dialetto si è mantenuto compatto e con maggiori arcaismi sino al 1866, ossia finché questo territorio, dopo la sovranità veneziana e quella austro-ungarica, non passò sotto la sovranità italiana (Merkù, 2012). Del resto, durante il periodo del Patriarcato di Aquileia (VIII secolo d.C.-1420) e con il successivo dominio della Repubblica di Venezia (1420-1797), l’autonomia e i diritti delle popolazioni del Natisone a usare la loro lingua materna e al mantenimento degli usi e costumi loro originari furono rigorosamente rispettati (Bellinello, 1996). In effetti, la Repubblica di Venezia garantì autonomia amministrativa e giurisdizionale a tali comunità, in cambio della difesa del confine orientale, contribuendo quindi a salvaguardare quei caratteri originali che hanno fatto di quest’area un’unità storico-geografica ben definita (Iei, 2000). L’Alta Valle del Torre, al contrario delle precedenti, è certamente quella meno isolata e maggiormente aperta verso la regione friulana anche e soprattutto dal punto di vista economico (Dapit, 2001). Dal momento che tale valle è posta sul confine linguistico, il suo dialetto sloveno evidenzia vistose interazioni con il friulano, nonostante ormai non sia quasi più parlato (Merkù, 2012), tanto che le percentuali di individui slovenofoni sono mediamente inferiori rispetto alle valli già descritte (Tab. 1). Infine, nel vicino territorio sloveno si contano complessivamente sei gruppi dialettali differenti con ulteriori suddivisioni (Merkù, 2012; Ramovš, 1957). Analogamente all’area italiana, essi sono variamente distribuiti e infatti i quattro comuni esaminati, ubicati nella media-alta Valle dell’Isonzo, rientrano in tre distinti raggruppamenti dal punto di vista linguistico: obsoška, che comprende il bovško e il kobariško con epicentri, rispettivamente, a Bovec e a Kobarid; rovtarska che include, tra gli altri, il tolminsko parlato a Tolmin; kraško, ossia il dialetto carsico unitario, che abbraccia alcuni comuni e, nello specifico, Kanal.

 

Figura 1. La posizione geografica dell’Italia e della Slovenia in Europa. L’area rettangolare studiata è mostrata in maggiori proporzioni nella Fig. 2.

Figure 1. The geographical positions of Italy and Slovenia in Europe. The rectangular area studied is shown in bigger proportions in Fig. 2.

 

Figura 2. Ingrandimento dell’area rettangolare mostrata nella Fig. 1: i 18 comuni analizzati e la loro localizzazione geografica. La linea marcata indica il confine di Stato (vedi la Tab. 1 per le sigle dei comuni).

Figure 2. Magnification of the rectangular area in Fig. 1: the 18 municipalities analysed and their geographical localization. Thick line marks State border (see Tab. 1 for the municipality abbreviations).

 

Sigla

Comune

Abb.

Cog.

Valle e nazione

Abb.ri%

Cog. ri.%

Slov.%

At

Attimis

694

348

Alta Valle del Torre (Ita)

17.43

10.63

25.40

Bo

Bovec

954

343

Valle dell’Isonzo (Slo)

0.00

0.00

-

Dr

Drenchia

106

42

Valli del Natisone (Ita)

73.58

52.38

92.80

Fa

Faedis

1073

538

Alta Valle del Torre (Ita)

18.45

13.01

10.00

Gr

Grimacco

185

74

Valli del Natisone (Ita)

78.92

51.35

86.30

Ka

Kanal

1753

542

Valle dell’Isonzo (Slo)

0.68

0.74

-

Ko

Kobarid

1320

347

Valle dell’Isonzo (Slo)

0.76

1.44

-

Lu

Lusevera

321

134

Alta Valle del Torre (Ita)

28.04

13.43

56.10

Ni

Nimis

1020

478

Alta Valle del Torre (Ita)

12.35

9.62

3.30

Pu

Pulfero

492

197

Valli del Natisone (Ita)

46.95

27.92

82.30

Re

Resia

522

153

Val Resia (Ita)

26.05

9.15

80.00

Sl

San Leonardo

395

184

Valli del Natisone (Ita)

57.97

33.15

59.10

Sp

San Pietro al Natisone

786

383

Valli del Natisone (Ita)

44.02

24.28

80.00

St

Stregna

179

74

Valli del Natisone (Ita)

66.48

51.35

79.20

Sv

Savogna

235

93

Valli del Natisone (Ita)

61.28

40.86

89.60

Ta

Taipana

348

137

Alta Valle del Torre (Ita)

30.46

17.52

70.00

Tl

Tolmin

3438

820

Valle dell’Isonzo (Slo)

0.96

1.46

-

Tr

Torreano

798

385

Alta Valle del Torre (Ita)

24.69

14.80

8.70

Tabella 1. Elenco delle sigle con i relativi comuni presi in esame nell’analisi. Ad ogni comune corrisponde il numero totale di abbonati (Abb.) e quello di cognomi (Cog.) ricavati dagli elenchi telefonici. Sono scritti i nomi delle valli e della nazione di appartenenza (Ita/Slo). Per ciascun comune è indicata la corrispondente percentuale di abbonati riscritti (Abb.ri%) e cognomi riscritti (Cog.ri.%) nella forma slovena, inoltre vengono riportate la percentuali di slovenofoni (Slov.%) riferite all’anno 1993 (Bellinello, 1996).

Table 1. List of all the abbreviations of all the municipalities considered. Each muncipality is matched to the total number of telephone subscribers (Abb.) and surnames (Cog.) found in telephone directories. The names of the valleys and nations (Ita/Slo) each municipality belongs to are also listed. For each municipality there is the respective percentage of subscribers (Abb.ri%) and surnames (Cog.ri%) bearing restored Slovenian surnames and the percentages of the Slovenian-speaking (Slov.%) communities referring to the year 1993 (Bellinello, 1996) are reported.

 

Le lingue e i dialetti segnano inevitabilmente la genesi dei cognomi, vale a dire quelle particolari espressioni culturali intimamente legate a ciascun individuo e che rappresentano i segni distintivi delle famiglie. I cognomi trovano le loro radici a partire dall’ultimo Medio Evo e dal Rinascimento, cioè da quando si affermarono nella società europea occidentale istituzioni e procedure economiche, amministrative, giuridiche, notarili e religiose che ne comportarono la cristallizzazione e la trasmissione in linea ereditaria (De Felice, 1978). In pratica, il cognome nasce quando la vita socioeconomica comincia a diversificarsi e, non casualmente, compare a Venezia che, ben prima del Mille, evidenziava una situazione assolutamente unica dal punto di vista del sistema binomiale moderno, rappresentato dal nome personale più il nome familiare o cognome (Folena, 1971). Nella città lagunare, infatti, si forma e attecchisce tale sistema assai prima che altrove, vista l’esistenza di una pulsante anima commerciale che comportava l’esigenza di identificare in maniera inequivocabile le persone riportate nelle scritture contabili o notarili. Al contrario, in Friuli, ove la situazione sociale era ben diversa, si deve attendere il XIV secolo per vedere i primi rari cognomi soltanto in quelle cittadine caratterizzate da una intensa vita economica, tuttavia la gran parte di essi trovò la prima attestazione scritta tra il XVI e il XVII secolo (Costantini e Fantini, 2011). Va inoltre ricordato che per secoli si è verificata la tendenza da parte dei parroci, degli ufficiali di stato civile o di altri funzionari nel registrare i cognomi in forme che dovevano esprimere una particolare cultura o una certa fonìa linguistica (De Felice, 1980). Ciò fu particolarmente evidente nei territori di confine, basti pensare al caso delle popolazioni dolomitiche in cui i cognomi di origine ladina furono conservati in parte con ortografia italiana, in parte con ortografia tedesca, a seconda dell’idioma parlato dal sacerdote che custodiva i libri parrocchiali (Lorenzi, 1908). Ebbene, anche nei piccoli e isolati centri di alcune valli friulane, come quelle del Natisone, si è risentito di un effetto di italianizzazione di numerosi cognomi che originariamente erano sloveni. Tale cambiamento, che si può immaginare come un agente mutageno nei confronti dei cognomi, sembra essersi verificato soprattutto nel XIX secolo ad opera dei parroci italofoni che vi prestavano il servizio pastorale (Merkù, 2012; Parovel, 1985).

La finalità del presente studio è quella di confrontare le distribuzioni dei cognomi delle popolazioni comunali delle Valli Resia, del Torre e del Natisone, insieme a quelle limitrofe slovene poste al di là del confine, esattamente nella media-alta Valle del fiume Isonzo. L’analisi utilizzerà un indice ecologico di similarità – BC – (Bray e Curtis, 1957) e uno di diversità – H – (Shannon e Weaver, 1949), assumendo che ciascuna popolazione comunale possa essere immaginata come una comunità ecologica, in cui i cognomi siano assimilati alle differenti specie ivi esistenti, ciascuna delle quali costituita da un certo numero di individui. Una siffatta elaborazione ecologica è già stata applicata alle distribuzioni dei cognomi nel Sulcis, una regione storico-geografica della Sardegna sudoccidentale (Caravello e Tasso, 2002) e in piccole aree del Trentino-Alto Adige, una regione alpina italiana (Tasso e Caravello, 2002; 2003-04). Le suddette distribuzioni saranno analizzate dapprima prendendo i cognomi nella loro scrittura attuale, così come sono indicati negli elenchi telefonici italiani e sloveni, poi saranno riconsiderate dopo avere riportato nella loro forma originaria slovena quei cognomi che oggi sono scritti secondo la grafia italiana. In tal modo si intendono visualizzare le possibili variazioni che intervengono nel grado di similarità e di diversità tra le strutture per cognomi delle popolazioni a seguito delle mutazioni introdotte nel passato.

 

Materiali e metodi

I dati relativi alle distribuzioni dei cognomi in determinate regioni possono essere agevolmente estratti dagli elenchi telefonici, prendendo in considerazione unicamente gli abbonamenti che corrispondono a persone fisiche. La struttura per cognomi che da essi ne deriva è stata impiegata in indagini a livello nazionale (Barrai et al., 1999; Lucchetti et al. 1996), ma anche su contesti più limitati, come quelli provinciali (Caravello e Tasso, 1999; De Silvestri e Guglielmino, 2004) o quelli comunali (Lucchetti et al., 2001). In generale, i cognomi rivestono grande importanza negli studi di antropologia, genetica di popolazioni ed ecologia umana (Colantonio et al., 2003; Crow, 1996) grazie soprattutto al loro elevato polimorfismo che permette di evidenziare differenze e distinzioni persino in aree geograficamente circoscritte, dove le analisi con i marcatori genetici classici di solito non consentono di far emergere variabilità o differenziazioni (Lucchetti e Soliani, 1989).

Le liste dei cognomi derivano dagli elenchi telefonici italiano (anno 1998) e sloveno (anno 2001): 14 comuni italiani e 4 comuni sloveni. Quelli italiani si suddividono in tre valli friulane: Val Resia comprendente l’unico comune di Resia; Alta Valle del Torre con i comuni di Attimis, Faedis, Lusevera, Nimis, Taipana, Torreano; Valli del Natisone con i comuni di Drenchia, Grimacco, Pulfero, San Leonardo, San Pietro al Natisone, Savogna, Stregna. I comuni sloveni di Bovec, Kanal, Kobarid, Tolmin rientrano nella media-alta Valle dell’Isonzo.

I dati numerici provenienti dagli elenchi telefonici della zona di confine tra Italia e Slovenia hanno permesso di ricavare una matrice contenente il numero di individui corrispondente a ogni cognome per ciascun comune preso in considerazione. Tale matrice è servita per stimare, per tutte le possibili coppie di comuni esaminati, il coefficiente di similarità BC (Bray e Curtis, 1957), in cui la similarità Sjk tra il j-esimo e il k-esimo comune viene determinata nel seguente modo:

 

 

dove p è il numero di cognomi, yij rappresenta il numero di individui dell’i-esimo cognome nel       j-esimo comune, mentre yik rappresenta il numero di individui dell’i-esimo cognome nel k-esimo comune; |...| è il valore assoluto della differenza tra i due anzidetti numeri di individui. Questo coefficiente si calcola in maniera molto semplice e permette di evidenziare due casi limite: se S è uguale a zero i due comuni non condividono nessun cognome, se invece S è uguale a 100 i due comuni sono identici per quel che concerne la struttura per cognomi (Clarke e Warwick, 1994).

Successivamente, è stata applicata la cluster analysis per raggruppare i singoli comuni, la quale si basa sul coefficiente di similarità BC in modo che la somiglianza tra i comuni, all’interno di ogni gruppo, sia maggiore di quella tra comuni di gruppi diversi. Ovviamente, due comunità umane possono presentare strutture differenti, pur avendo gli stessi cognomi, se la distribuzione del numero di individui è consistentemente diversa nei diversi gruppi. Il metodo è una hierarchical agglomerative clustering che parte da una matrice di similarità e poi fonde i campioni in gruppi, i gruppi sono raccolti in raggruppamenti più grandi, partendo con le similarità più alte, poi gradualmente abbassando il livello di similarità in cui i gruppi sono formati. Il processo termina quando un singolo raggruppamento contiene tutti i campioni. Il risultato di una hierarchical clustering, utilizzando il group-average linking delle similarità di Bray-Curtis, è rappresentato da un dendrogramma, cioè un diagramma delle relazioni di similitudine tra i campioni (Clarke e Warwick, 1994). Quindi, è stato applicato il non metric multidimensional scaling (MDS) alla matrice di similarità (Clarke e Warwick, 1994), da cui si ricava una rappresentazione topologica che visualizza graficamente le relazioni tra le popolazioni in oggetto: più facile a leggersi rispetto al dendrogramma, essa è costruita in modo da rispettare il grado di similarità esistente tra ciascuna popolazione e tutte le altre. Tale rappresentazione è costruita in modo da conservare i ranghi di similarità come distanze euclidee in uno schema bidimensionale; questa trasformazione di similarità in distanze avviene mediante una regressione non parametrica, la cui bontà è espressa da un coefficiente di stress che è una misura del grado di dispersione dei dati intorno alla linea di regressione (Clarke e Warwick, 1994).

La similarità ricavata dalle distribuzioni dei cognomi tra coppie di popolazioni è stata calcolata, come già accennato, una prima volta utilizzando i cognomi così come sono riportati negli elenchi telefonici nazionali e una seconda volta dopo aver riscritto nella forma originaria slovena quei cognomi che nel passato furono italianizzati. L’individuazione dei cognomi di origine slovena e attualmente scritti secondo la grafia italiana è stata effettuata grazie a delle fonti bibliografiche (Merkù, 1982; Pizzagalli, 1929).

Un altro parametro ecologico preso in considerazione nello studio è l’indice di diversità H derivato dalla “Teoria dell’informazione” (Shannon e Weaver, 1949), che si basa sull’abbondanza proporzionale di specie (Magurran, 1988) ed è definito da:

 

 

dove pi è la frequenza del cognome i. In dettaglio, H = 0 se, e solo se, tutti i pi , meno uno, sono zero, avendo quest’ultimo valore unitario, pertanto saremo nel caso in cui tutti gli individui della popolazione hanno lo stesso cognome, mentre il valore massimo di H è dato da una ipotetica situazione in cui tutti i cognomi siano egualmente abbondanti, ossia quando tutti i pi sono uguali (Shannon e Weaver, 1949). I valori di H nelle comunità ecologiche naturali mostrano il grado di diversità e conseguente stabilità presente in un ecosistema (Odum, 1989). In campo ecologico è infatti noto che un indice di diversità elevato corrisponde a delle condizioni ambientali favorevoli, poiché permettono l’insediamento di numerose specie, ognuna essendo costituita da un piccolo numero di individui, invece un basso indice di diversità rivela delle condizioni di vita sfavorevoli per la gran parte delle specie e soltanto alcune predominano con molti organismi. Un ecosistema ha conseguentmente una propria struttura, nel senso che è costituito da elementi diversi e ordinati secondo un modello, per esempio quello dato dalla distribuzione degli individui in varie specie che, nel caso in questione, corrispondono a vari cognomi. In generale, questa struttura diventa più complessa e più ricca col passare del tempo, giungendo alla situazione della comunità ecologicamente “matura”. Tale principio può anche essere applicato alle comunità umane, prendendo come criterio la diversificazione di capacità e professioni, realizzando una mappa della “maturità” nel senso ecologico dell’organizzazione (Margalef, 1963). Analogamente, l’indice di diversità H, ottenuto grazie ai cognomi assimilati alle specie, è da considerarsi un indicatore della “maturità” di una popolazione umana dove, col tempo e a seconda del grado di endogamia, si può creare uno specifico tipo di equilibrio tra le varie famiglie esistenti, ciascuna delle quali viene rappresentata da un differente numero di individui (Marcuzzi e Martinelli, 1988). Ne consegue che, in linea generale, una popolazione potrà essere considerata “matura”, nel senso ecologico del termine, se è costituita da un’apprezzabile varietà di cognomi senza che nessuno di essi sia nettamente predominante sul totale.

 

Risultati

Tutte le località italiane analizzate registrano una componente slovenofona, sebbene l’incidenza su una singola popolazione comunale sia assai variabile, passando da valori uguali o inferiori al 10%, a quelli uguali o superiori all’80% (Bellinello, 1996). Le percentuali più elevate si notano nei comuni localizzati nelle Valli Resia e del Natisone, vale a dire in zone montagnose ove le vie di comunicazione con i centri sloveni oltre confine sono praticamente assenti – la Val Resia – o, comunque, non molto frequentate perlomeno sino a quando la demarcazione con la ex Jugoslavia fu una rilevante barriera politica. Per quanto riguarda invece i cognomi di grafia italiana, ma riscritti nella forma originaria slovena, essi si ritrovano in tutti i comuni italiani esaminati, pur con percentuali differenti, passando infatti da un minimo del 9.15% nella Val Resia, ad una media di valori del 13.17% nell’Alta Valle del Torre e del 39.99% nelle Valli del Natisone. Va tuttavia precisato che nella Val Resia la suddetta percentuale sarebbe maggiore facendo una puntuale analisi filologica dei cognomi ivi esistenti (Merkù, 1981), raggiungendo verosimilmente valori oscillanti tra il 16 e il 19% del totale valligiano. Alcuni casi di questi cognomi sono stati riscontrati anche in tre comuni sloveni, attestandosi però su percentuali del tutto trascurabili. I risultati che riguardano le percentuali di abbonati riscritti nella forma originaria slovena sono i seguenti: in Val Resia si rileva il 26.05% e nell’Alta Valle del Torre si osserva una media del 21.94% che, nelle Valli del Natisone, si porta fino al 61.31% (Tab. 1). In linea generale, queste ultime percentuali sono superiori nei comuni maggiormente vicini al confine di Stato.

L’indice di diversità H, calcolato dall’analisi dei cognomi rinvenuti nelle popolazioni comunali, varia a seconda della località, ma i valori minori si notano nei centri più piccoli e, soprattutto, laddove viene conteggiato un ridotto numero di cognomi, ossia quattro comuni delle Valli del Natisone, due dell’Alta Valle del Torre e anche nella Val Resia: essenzialmente si tratta sempre di comuni a ridosso del confine italiano. Tali valori praticamente non cambiano dopo avere riportato nella forma originaria slovena i cognomi che un tempo furono italianizzati, perciò è chiaro che questa riscrittura non incide sulla diversità ecologica (Tab. 2).

 

Sigla

Comune

H (1)

H (2)

Sigla

Comune

H (1)

H (2)

At

Attimis

2.33

2.33

Pu

Pulfero

2.04

2.03

Bo

Bovec

2.15

2.15

Re

Resia

1.78

1.78

Dr

Drenchia

1.43

1.43

Sl

San Leonardo

2.08

2.07

Fa

Faedis

2.53

2.53

Sp

San Pietro al Natisone

2.39

2.38

Gr

Grimacco

1.66

1.64

St

Stregna

1.67

1.67

Ka

Kanal

2.45

2.45

Sv

Savogna

1.75

1.75

Ko

Kobarid

2.20

2.20

Ta

Taipana

1.82

1.82

Lu

Lusevera

1.89

1.87

Tl

Tolmin

2.52

2.52

Ni

Nimis

2.40

2.40

Tr

Torreano

2.34

2.32

Tabella 2. Indice di diversità H calcolato per il totale dei cognomi di ciascuna popolazione comunale analizzata.

H (1): indice di diversità calcolato considerando i cognomi nella loro scrittura attuale, così come sono indicati nell’elenco telefonico. H (2): indice di diversità calcolato dopo aver riportato nella loro forma originaria slovena quei cognomi che attualmente sono scritti nell’elenco telefonico con la grafia italiana.

Table 2. Index of diversity H for the total of surnames in each municipal population analysed.

 

Le rappresentazioni topologiche, ottenute applicando il non metric multidimensional scaling alla matrice di similarità per cognomi, descrivono su due dimensioni le relazioni reciproche fra le 18 popolazioni comunali analizzate, considerando i cognomi sia nella loro forma ufficiale presente negli elenchi telefonici (Fig. 3), sia riscrivendo nelle originarie forme slovene quei cognomi italianizzati nel passato (Fig. 4). Si nota in entrambe le figure una netta separazione in funzione della nazionalità di appartenenza, tanto che i comuni sloveni formano un gruppo abbastanza coeso, specialmente nel primo grafico, mentre i comuni italiani si possono suddividere a seconda della valle nella quale rientrano. I risultati sono sostanzialmente simili nelle due rappresentazioni: l’insieme dei comuni dell’Alta Valle del Torre appare piuttosto sparso e quello dei comuni delle Valli del Natisone è relativamente più raccolto, sebbene per questi ultimi, nel secondo grafico, sia osservabile una certa dispersione fra di essi; il comune di Resia, invece, si distacca sempre da tutti gli altri.

 

Figura 3. Rappresentazione topologica delle relazioni fra le diciotto popolazioni comunali esaminate (Stress=0.098). Ad ogni comune corrisponde una sigla (vedi la Tab. 1), la cui localizzazione geografica è visualizzata nella Fig. 2.

Figure 3. Topological representation of the relationships between the eighteen municipal populations (Stress=0.098). Each municipality has an abbreviation (see Tab. 1) and its geographical position is shown in Fig. 2.

 

Figura 4. Rappresentazione topologica delle relazioni fra le diciotto popolazioni comunali esaminate, dopo aver riscritto i cognomi nelle loro originarie forme slovene (Stress=0.138). Ad ogni comune corrisponde una sigla (vedi la Tab. 1), la cui localizzazione geografica è visualizzata nella Fig. 2.

Figure 4. Topological representation of the relationships between the eighteen municipal populations, after rewriting the surnames in the original Slovenian forms (Stress=0.138). Each municipality has an abbreviation (see Tab. 1) and its geographical position is shown in Fig. 2.

 

Discussione

Lungo il confine tra Italia e Slovenia sono presenti delle comunità che parlano diversi dialetti sloveni e nelle quali la componente onomastica è estremamente variegata (Merkù, 1982). Il territorio esaminato comprende la cosiddetta Slavia veneta o Slavia friulana, denominata anche Benecìa, la quale includeva storicamente le Valli del Natisone, del Torre e dello Judrio; vengono inoltre considerate la Val Resia e la media-alta Valle dell’Isonzo (Figg. 1, 2). Le distribuzioni dei cognomi ricavate dagli elenchi telefonici e riguardanti l’area oggetto dello studio portano a due rappresentazioni topologiche (Figg. 3, 4) che distinguono bene le comunità italiane da quelle slovene, riflettendo quindi le peculiarità linguistiche predominanti nei due Paesi. Le comunità italiane mostrano maggiore variabilità rispetto a quelle slovene, che sono abbastanza coese, evidentemente perché la struttura per cognomi di queste ultime le rende molto più simili tra loro proprio quando si confrontano con dei centri oltre confine che denotano una struttura onomastica del tutto differente. Se invece si effettua la stima della similarità cognominale fra comuni tutti appartenenti alla Slovenia occidentale, cioè al medesimo territorio nazionale, la variabilità emerge chiaramente (Tasso et al., 2005).

I comuni dell’Alta Valle del Torre sono separati nei grafici, mentre quelli delle Valli del Natisone tendono verso una dispersione soltanto dopo la riscrittura dei cognomi italianizzati nel passato. Tali risultati denotano che nell’Alta Valle del Torre le strutture per cognomi sono abbastanza dissimili tra loro ed è realistico pensare che nelle Valli del Natisone le strutture per cognomi si siano meglio preservate in considerazione dell’antichità degli insediamenti, ma anche in seguito agli eventi storici e alla situazione socioeconomica delle popolazioni dimoranti che non hanno certamente favorito l’immigrazione (Tasso et al., 2004). In sostanza, nel primo grafico si manifesta una relativa coesione di queste comunità che viene indebolita nel secondo perché nelle Valli del Natisone la percentuale di cognomi e di abbonati riscritti nella forma originaria slovena è elevata (Tab. 1), fatto che modifica, almeno parzialmente, la struttura precedente. Nell’esteso comune di Resia, che si stacca sempre dall’insieme dei punti delle rappresentazioni topologiche, si trovano cognomi sloveni, friulani, oppure di altra origine, ma comunque forme molto frequenti o endemiche di ciascun piccolo centro che fa parte della medesima area amministrativa (Merkù, 1981), testimoniando una realtà onomastica non omogenea e peculiare in seno allo stesso contesto geografico che lo distingue dall’insieme delle popolazioni studiate.

Una domanda importante insorge: l’elemento linguistico, che si esprime nella presenza territoriale di specifici dialetti sloveni, ha influenzato una aggregazione delle strutture per cognomi rilevate? Innanzi tutto va detto che i comuni italiani e sloveni si distinguono primariamente per l’esistenza di strutture per cognomi profondamente differenti, ma la similarità tra le popolazioni delle due nazioni non cambia sostanzialmente anche se si riscrivono nella forma originaria slovena quei cognomi che furono italianizzati soprattutto nel XIX secolo. In pratica, nella seconda rappresentazione topologica i comuni italiani non si avvicinano a quelli sloveni e possiamo parlare di “effetto nazionalità” che ha indubbiamente accentuato le distinzioni di carattere onomastico ai due lati del confine. Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che nel corso delle decadi successive alla conclusione del secondo conflitto mondiale, in conseguenza della creazione e della persistenza di due contrapposti blocchi politico-militari, non furono facilitati gli spostamenti di individui tra Italia e Jugoslavia. È tuttavia evidente che, sulla base delle distribuzioni dei cognomi, le popolazioni esaminate si possono suddividere a seconda delle valli di appartenenza, ciascuna delle quali praticamente coincide con l’areale di un determinato dialetto sloveno, sebbene le aggregazioni tra comuni non sempre siano come ci si potrebbe aspettare. Fatta eccezione per il particolare caso della Val Resia, dal quale emergono le sue particolarità onomastiche in un contesto di marcato isolamento, soltanto le Valli del Natisone nella prima elaborazione grafica potrebbero far ipotizzare una maggiore unione tra comunità che parlano il medesimo idioma. Tutto ciò viene però indebolito nel momento in cui si effettua la riscrittura dei cognomi e, per quanto riguarda l’Alta Valle del Torre, è sempre messo in luce un insieme di centri piuttosto sparso. I risultati della presente analisi rifletterebbero delle caratteristiche di altro genere. L’Alta Valle del Torre, infatti, è chiaramente aperta verso il mondo friulano dal punto di vista fisico ed economico, mancando di un centro importante nella valle che possa offrire attività lavorative, servizi e prodotti commerciali; al contrario, le Valli del Natisone presentano un centro di gravitazione, ossia San Pietro al Natisone, mentre la Val Resia risulta fisicamente chiusa e isolata (Dapit, 2001). Gli aspetti socioeconomici potrebbero quindi avere contribuito a diversificare maggiormente le strutture per cognomi nei paesi dell’Alta Valle del Torre rispetto al resto delle comunità esaminate?

Quest’ultima domanda troverebbe risposta nel fatto che la diversità H si attesta su dei valori tendenzialmente maggiori proprio in quei comuni dell’Alta Valle del Torre rivolti verso l’area friulana, come è il caso di Faedis, testimoniando una varietà di cognomi senza che nessuno di essi sia nettamente predominante sul totale. Anche San Pietro al Natisone rivela un indice relativamente alto, il che dimostra la sua azione di polo attrattivo a livello locale, favorendo lo sviluppo di una realtà onomastica più variegata degli altri comuni valligiani. Resia, per contro, mostra un indice inferiore ai precedenti, nonostante siano rilevabili nel suo territorio cognomi di origine slovena e anche di origine friulana, questi ultimi giunti per immigrazione (Merkù, 1981), ma è sicuro che l’isolamento di tale valle ha influito nel preservare una peculiare struttura onomastica. Per quanto riguarda il territorio sloveno, si nota che i valori di H sono tutti elevati rispetto alle località italiane (Tab. 2) e questo risultato dipende dalla situazione di tali comuni che sono mediamente più popolati, anche se ciascuno è costituito da un centro principale con varie frazioni di riferimento, ma sempre con una certa varietà di cognomi senza la prevalenza di qualcuno in particolare. Tra gli altri, spicca l’indice di Tolmin che rappresenta il principale riferimento dal punto di vista socioeconomico nella media-alta Valle dell’Isonzo. I valori della diversità H sono nel complesso paragonabili o, in alcuni casi, superiori a quelli calcolati in ventuno comuni del Trentino-Alto Adige (Tasso e Caravello, 2002; 2003-04), vale a dire località ubicate in ambienti di montagna, sebbene siano più bassi di quelli riscontrati in tredici comuni dell’immediato entroterra veneziano (Tasso e Danieli, 1994), cioè in un’area pianeggiante e caratterizzata da una maggiore presenza di molteplici attività economiche. Si può quindi ben ipotizzare che la cosiddetta “maturità” in termini ecologici sia verificabile laddove il contesto geografico e, soprattutto, quello socioeconomico possano favorire l’insediamento di famiglie di varia provenienza, con cognomi differenti senza che vi sia la netta predominanza di uno o pochi di essi.

Le suddette osservazioni confermano che l’utilizzazione di uno stesso dialetto sloveno non sembra avere rilevanza nel definire la similarità per cognomi tra popolazioni, neppure considerando l’intero confine orientale italiano (Lucchetti et al., 2011). In altre parole, l’appartenenza a entità culturali che si identificano con lingue o dialetti diversi svolge un ruolo secondario negli studi delle relazioni tra popolazioni, rispetto all’accessibilità delle vie di comunicazione e anche allo sviluppo socioeconomico (Caravello et al., 2009).

In conclusione, si può affermare che nell’area oggetto della presente analisi la lingua ha ovviamente condizionato la genesi dei cognomi, mentre le caratteristiche geografiche ne hanno favorito la loro diffusione o concentrazione, ma verosimilmente sotto la condizione socioeconomica delle popolazioni. Tutto ciò è vero tanto più si è ubicati nei territori posti al confine linguistico, dove le comunità umane si confondono non presentando limiti netti e definibili, ad eccezione di quelli politico-amministrativi soggetti ai mutamenti della storia.

 

Ringraziamenti. Il Prof. Pavle Merkù di Trieste ha fornito utili precisazioni sulla situazione linguistica-onomastica e sull’evoluzione storica dell’area analizzata. Benedetta Roncarati ha organizzato i dati numerici rendendoli idonei all’elaborazione ecologica. Gli autori esprimono ad entrambi la loro più viva riconoscenza.

 

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