Sanna, E., 2002, Il secular trend  in Italia. Antropo, 3, 23-49. www.didac.ehu.es/antropo


Il secular trend  in Italia

Secular trend in Italy

Emanuele Sanna

 

Dipartimento di Biologia Sperimentale, Sezione di Scienze Antropologiche, Università degli Studi di Cagliari, Cittadella Universitaria, SS 554 (km 4,5), 09042 Monserrato, Italia. E-mail: sannae@unica.it

 

Riassunto

In questo studio si analizzano alcuni aspetti del secular trend in Italia. In particolare si discutono i dati dei neonati sardi, dei bambini italiani dai 6 ai 12 anni per statura e peso, dei bambini dai 7 ai 10 anni della Città di Cagliari (Sardegna) per diverse variabili antropometriche, la statura dei coscritti italiani alla visita di leva, e di femmine adulte della Sardegna (19-29 anni), l’età al menarca ed  alla menopausa in donne della provincia di Bologna e della Sardegna, le dimensioni della testa in adulti sardi (19-29 anni). I dati sui neonati sardi indicano che i neonati attuali presentano maggiori valori medi per quanto riguarda il peso, la lunghezza, il perimetro toracico, la circonferenza cefalica. I dati sulla statura dei bambini italiani dai 6 ai 12 anni e quelli dei coscritti alla visita di leva suggeriscono che il relativo incremento secolare tende a diminuire la sua intensità. Le dimensioni corporee dei bambini della Città di Cagliari (7-10 anni) indicano che i bambini attuali sono, in media, più alti, più longilinei, più larghi e più pesanti, nonché con teste più allungate e facce più larghe dei coetanei dello stesso sesso di due decadi fa. Il trend verso una diminuzione dell’età al menarca ha presentato una inversione di tendenza nella provincia di Bologna, mentre l’età alla menopausa sembra  continuare il suo trend verso una posticipazione. In base ai dati sull’indice cefalico di maschi (19-29 anni) della Città di Cagliari confrontati con quelli dei coscritti della provincia di Cagliari,  alla visita di leva del 1879-1883, si deduce, perlomeno per il periodo considerato, una tendenza alla brachicefalizzazione. Infine si discutono le cause che influiscono sul secular trend.

 

Abstract

In this study, some aspects of the secular trend in Italy are analyzed. In particular, I discuss data for: Sardinian newborns for some anthropometric traits; Italian children aged 6 to 12 years for stature and weight; children from the City of Cagliari (Sardinia) aged 7 to 10 years for various anthropometric variables; Italian conscripts for stature; female Sardinian adults (19-29 years) for stature; females from Bologna and Sardinia for age at menarche and age at menopause; Sardinian adults (19-29 years) for head dimensions. The data for Sardinian newborns indicate that they currently present higher mean values of weight, length, chest perimeter and cephalic circumference. The stature data for the 6-12 year-old Italian children and the Italian conscripts suggest that the intensity of the secular increase of stature is tending to diminish in Italy. The body dimensions of the 7-10 year-old Cagliari children indicate that, on average, they are now taller, longer-limbed, wider and heavier with longer heads and wider faces than their same-sex peers two decades ago. The trend towards decreasing age at menarche has been reversed in Bologna (Emilia-Romagna region, north-central Italy), while the trend towards a later age at menopause seems to be continuing. The data for the cephalic index in Sardinian males suggest a tendency towards brachycephalization. Finally the factors that have had an influence on the secular changes are discussed.

 

 

Introduzione

Il  termine di incremento secolare (secular  trend)  generalmente indica un'accelerazione nei processi dello sviluppo ed il raggiungimento delle dimensioni corporee da adulto ad un’età più precoce e con valori maggiori (Olivier et al., 1977a; Facchini e Gualdi Russo, 1982; Floris e Sanna, 1997, 1998).

Secondo van Wieringen (1979, 1986) sarebbe più appropriata la definizione di secular changes, in quanto in questa definizione, rispetto a quella di secular trend, che suggerisce un andamento unidirezionale,  sarebbe implicitamente contenuto sia il senso positivo sia quello negativo delle variazioni che si possono verificare tra le generazioni nel tempo e tra le popolazioni con differente retroterra geografico e socio-economico.

Il fenomeno del secular trend, segnalato per l’Europa a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, si è manifestato soprattutto nel XX secolo, mostrando variazioni d’intensità a seconda del periodo temporale considerato, sia tra differenti popolazioni sia nell’ambito di una stessa popolazione (Golini et al, 1985; Brundtland et al, 1980; Bielicki e Welon, 1982; Chinn et al., 1989; Floris e Sanna, 1997, 1998; Demoulin, 1998).

Nell'ambito del secular  trend  si  intendono comprese  le  corrispondenti  modificazioni  avvenute, seppure  in tempi differenti, anche nel Nord America,  Australia, Giappone  ed  in quelle parti del mondo in  cui  sono  largamente presenti delle popolazioni di origine europea (Malina, 1990).

Sono inoltre riconducibili al secular trend anche le variazioni delle dimensioni corporee nell’accrescimento, l'accelerazione nei processi di maturazione, il ritardo dell’età alla menopausa (van Wieringen, 1979;  Wolanski, 1980; Malina, 1990) e le modificazioni nella forma del cranio (Billy, 1966; Facchini e Gualdi Russo, 1982; Vercauteren et al., 1983; Vercauteren, 1990).

Sono state ultimamente incluse nel secular trend anche quelle variazioni, rilevate in paesi cosiddetti in via di  sviluppo o sottosviluppati, che riguardano le dimensioni corporee e/o il grado di maturità,  nei  confronti  all’interno di una generazione o addirittura nell'ambito  di  una sola decade, che sono alle volte minime o addirittura negative in certe classi d'età (Zhang e Huang, 1988; Low et al., 1989).

Recentemente è stato inserito nell’ambito del secular trend anche l’anticipo dell’esordio puberale di bambini piemontesi, desunto dal confronto con gli standard di Tanner del 1976 (Castellino et al., 2001).

In Europa e nel Nord America, nel periodo 1880-1980, l’accrescimento secolare stimato della statura è stato di circa:1-2 cm per decade durante l’infanzia, 2-3 cm per decade durante l’adolescenza, 1 cm per decade nell’adulto (Eveleth e Tanner, 1990).

Durante il periodo 1880-1950, l’accrescimento stimato del peso in Europa e nel Nord America è stato di circa 0,5 kg per decade durante l’infanzia e 2 kg per decade durante l’adolescenza (Tanner, 1962).

Appare  dunque evidente come le variazioni del  secular  trend risultino  differenti a seconda dell'età,  incrementano  infatti passando dalla fanciullezza all’ adolescenza, mentre subiscono un decremento  passando  dall’ adolescenza all’acquisizione  delle dimensioni adulte.

La statura definitiva, inoltre, verrebbe  conseguita ad una  età  in media più precoce rispetto al secolo scorso. E’ stato infatti segnalato che la statura definitiva per i giovani maschi nord-americani veniva raggiunta a  circa 20 anni nel 1950 rispetto ai circa 25  anni  del 1850  (Meredith, 1976). Secondo Vlastovsky (1966) la statura da adulto   sarebbe stata  conseguita,  nel  1960, a 17 anni dai  giovani  maschi  di Mosca. Tatafiore (1965), tramite dei dati rilevati nel 1963, suggerisce, per i giovani napoletani, i 18 anni come età del  raggiungimento della statura definitiva per la maggior parte dei soggetti.  Per  quanto riguarda i Sardi, in base  ad  un  campionamento effettuato  nel  1965, è stato riportato  che,  nella  popolazione maschile della Sardegna settentrionale, l'età di 19 anni  corrisponderebbe  al  termine  dell'accrescimento  staturale,   mentre quello ponderale si avrebbe verso i 17 anni (Aicardi, 1966).

L'incremento  secolare verso maggiori dimensioni ed  una  precoce maturazione non è un fenomeno rilevabile universalmente  (Malina, 1990). Infatti il secular trend, oltre ad essersi manifestato  in differenti  periodi temporali e con una diversa intensità tra  le popolazioni, non è stato segnalato in diversi paesi  sottosviluppati od in via di sviluppo (Eveleth et al., 1974; Himes e Malina, 1975; Malina et al., 1980; McCullogh, 1982; Bogin e Mc Vean, 1984; De Stefano, 1987; Malina,  1990), inoltre in diverse popolazioni indiane  (Ganguly, 1979),  africane  (Tobias, 1985) e dell'America  latina  (Malina, 1990) è  stato notato un secular trend negativo della statura.

 

 

Neonati

L'accelerazione  nei processi di sviluppo è stata  rilevata  sin dal  periodo di vita intrauterino, i neonati attuali di una  data popolazione mostrano, in genere, rispetto a quelli delle  genera­zioni precedenti,  una maggiore lunghezza,  peso,  circonferenza cefalica,  toracica e addominale (Vlastovsky,  1966;  Azzolini  e Mantovani,  1972;  Boryslawski,  1985;  Wolanski, 1985; Floris et al., 1986; Rosenberg, 1988; Floris e Sanna, 1997, 1998; Jaeger, 1998).

Il  secular  trend delle caratteristiche  antropometriche  del neonato  va interpretato con cautela in quanto è noto  che  prima della  II  Guerra mondiale partorivano negli Ospedali  le  donne delle  classi economiche più disagiate, gli  incrementi  rilevati nel tempo delle medie delle variabili antropometriche  potrebbero quindi essere influenzati dal mutamento nella composizione sociale  delle gestanti ricoverate (Floris e Sanna, 1997). Inoltre, essendo noto  che  i valori  delle caratteristiche antropometriche dei neonati  incrementano  con l'aumentare dell'età gestazionale, affinché  i  confronti tra diverse coorti di neonati siano attendibili,  occorrerebbe porre a confronto dei campioni di neonati tra loro omogenei per l'età gestazionale.

Per  valutare  il secular trend del neonato sardo  sono  stati utilizzati i dati pubblicati in letteratura relativi al neonato a termine  (Tab. 1). 

 


 

 

 

 

 

Autore

Anno di campionamento

Località

Sesso

N

Peso

DS

Lunghezza

DS

Circonferenza cefalica

DS

Perimetro torarcico

DS

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Maccioni, 1927

1922-26

Città di Cagliari

M+F

220

3100

-

-

-

-

-

-

-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Leone, 1955

1955?

Sardegna meridionale

M+F

100

3127

-

49,90

-

33,27

-

31,90

-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Floris et al., 1986

1983-85

Sardegna meridionale

M

131

3363

601

50,43

(123)

2,14

34,71

(120)

1,55

33,21

(119)

2,19

F

75

3222

496

49,90

(67)

1,87

33,95

(62)

1,18

32,76

(62)

1,81

M+F

206

3312

568

50,24

(190)

2,06

34,45

(182)

1,48

33,06

(181)

2,08

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Floris e Sanna, 1997

1994

Sardegna meridionale

M

416

3419

365

50,63

1,39

34,82

1,14

33,68

1,36

F

357

3310

389

50,06

1,35

34,08

1,13

33,36

1,44

M+F

773

3369

380

50,37

1,40

34,48

1,15

33,53

1,40

Tabella 1. Media e deviazione standard del peso (g), lunghezza (cm),  circonferenza cefalica (cm), perimetro toracico (cm)

del neonato a termine sardo dal 1922-26 al 1994.

Table 1. Mean, standard deviation for weight (g), lenght (cm), head circumference (cm), and chest perimeter (cm) of

Srdinian newborns at term from 1922-26 to 1994

 


Dai  dati riportati in Tabella 1, è rilevabile,  tra  l'altro, che:

- i  neonati maschi presentano rispetto alle  femmine  coeve  dei valori mediamente maggiori delle misure antropometriche  esaminate: peso, lunghezza, circonferenza cefalica, perimetro toracico;

- il perimetro toracico ed il peso sono le misure che incrementano maggiormente. Considerando congiuntamente i dati maschili e femminili l’incremento percentuale per decade, dal 1922-26 al 1994 (68 anni), è pari rispettivamente ad 1,31 e 1,28, contro 0,93 della circonferenza cefalica e 0,24 della lunghezza. 

 

 

Bambini in età scolare (6-12 anni ): statura e peso

Sono  numerosissimi  gli studi effettuati in Italia  al  fine  di descrivere le variazioni delle principali caratteristiche  antropometriche  in relazione all'accrescimento corporeo. Tuttavia, in genere,  riguardano campioni di scolari di singoli Comuni  o  di aree  geografiche  limitate (tra i moltissimi  citiamo:  Tamponi, 1928; Corda, 1935; Macciotta et al., 1956; Pinna, 1961; Facchini, 1965;  De Toni et al., 1966; Correnti e Pastore, 1968;  Vizzoni e  Barghini, 1969; Azzolini e Mantovani, 1972; De Matteis  et al.,  1972;  Capucci, 1974-76; Lo Polito et al., 1978;  Benso  et al.,  1979; Veronesi Martuzzi et al., 1980; Guidetti  Morisio  et al., 1982; D'Amicis et al., 1985; Becherucci et al., 1987; Capozzi  et  al., 1988; Facchini et al., 1990;  Buffa  et al., 1994; Floris et al., 1999; Toselli e Gruppioni, 2001).

La difficoltà di ottenere dei valori medi di variabili antropometriche di soggetti in accrescimento validi per  tutta l'Italia  è una conseguenza  del fatto che la popolazione sia  in accrescimento  (Nicoletti  e Pelissero, 1979;   Benso  et  al., 1985;  De Stefano e Formenti, 1986) sia adulta  (Guerci,  1977; Ulizzi e Terrenato, 1982; Sanna et al., 1993; Floris e Sanna, 1997, 1998) dello Stato italiano  presenta una eterogeneità interregionale nelle  dimensioni somatiche,  e ciò pone il problema della rappresentatività  oltre che numerica anche di quella etnica del campione (Romano e  Capucci, 1990). Questa difficoltà di conseguire un campione definibile nel suo complesso come rappresentativo di tutto lo Stato italiano è evidente anche nella formulazione degli standard di crescita. Recentemente Cacciari et al. (2002) hanno prodotto delle carte di crescita per l’Italia relativamente a statura, peso e indice di massa corporea (BMI), separando tuttavia i soggetti in crescita (dai 6 ai 20 anni) in due campioni: uno per l’Italia del Nord e del Centro, e l’altro per il Sud d’Italia. Rilevando, tra l’altro, delle differenze nell’entità dell’accrescimento tra i due campioni, con quello del Centro-Nord presentante valori maggiori rispetto a quello del Sud, con l’eccezione del 97º centile del peso e del BMI.

Comunque, per valutare il secular trend della statura e del peso nei bambini italiani dai 6 ai 12 anni si possono utilizzare i valori  medi riportati  da Guassardo (1939), che ha pubblicato  i  primi  dati auxometrici medi per l'Italia nel suo complesso, e quelli  riportati  da altri Autori per diversi periodi temporali,  in  qualche modo  congruenti  tra  loro nella suddivisione  dei  campioni  in classi di età (Bulgarelli et al., 1966; Capucci et al.,  1982-83, De Lorenzo et al., 1995).

 


 

 

 

 

 

Autore

Guassardo, 1939

Bulgarelli et al., 1966

Capucci et al., 1982-83

De Lorenzo et al., 1995

Campionamento

<1939

1951-1961

1970-1971

1993?

 

Maschi

Femmine

Maschi

Femmine

Maschi

Femmine

Maschi

Femmine

Età

 

 

 

 

N

Media      DS

N

Media    DS

N

Media    DS

N

Media    DS

6±

109,00

108,68

112,95

112,33

 

 

 

 

 

 

 

 

6+

 

 

115,77

114,88

2.973

119,7     5,69

2.127

118,8   5,50

56

118,0    4,0

53

119,0   5,0

7±

114,80

113,43

118,60

117,44

 

 

 

 

 

 

 

 

7+

 

 

121,30

120,14

3.756

125,1     5,61

2.635

124,2   5,70

88

124,0   5,0

81

123,0   5,0

8±

119,71

118,41

124,02

122,86

 

 

 

 

 

 

 

 

8+

 

 

126,39

125,32

3.353

130,5     5,78

2.378

129,3   5,80

74

129,0   5,0

81

128,0   5,0

9±

124,68

123,76

128,77

127,79

 

 

 

 

 

 

 

 

9+

 

 

131,17

130,46

3.080

135,5     6,08

2.093

134,8   6,30

78

135,0   6,0

72

134,0   5,0

10±

129,42

128,49

133,61

133,14

 

 

 

 

 

 

 

 

10+

 

 

136,10

136,05

2.459

140,4     6,26

1.740

140,6   7,10

120

141,0   6,0

108

140,0   7,0

11±

134,31

133,53

138,57

138,98

 

 

 

 

 

 

 

 

11+

 

 

140,97

141,74

1.739

145,7     6,75

1.062

146,4   7,50

126

147,0   7,0

124

146,0   7,0

12±

 

 

143,39

144,50

 

 

 

 

 

 

 

 

12+

 

 

146,96

147,38

1.385

151,4     8,02

676

153,0   7,10

114

151,8   8,0

98

153,0   7,0

Tabella 2. Valori staturali medi (cm) in differenti gruppi di età di bambini italiani riportati tra il 1939 ed il 1995.

Table 2. Mean height (cm) of different age groups of Italian children reported between 1939 and 1995.

 


 

 

 

 

Autore

Guassardo,  1939

Bulgarelli et al., 1966

Capucci et al., 1982-83

De Lorenzo et al., 1995

Campionamento

<1939

1951-1961

1970-1971

1993?

Età

Maschi

Femmine

Maschi

Femmine

Maschi

Femmine

Maschi

Femmine

 

 

 

 

 

N

Media      DS

N

Media     DS

N

Media    DS

N

Media    DS

6±

18,80

18,57

20,252

19,735

 

 

 

 

 

 

 

 

6+

 

 

21,320

20,785

2.973

23,3    3,78

2.127

22,9    4,00

56

21,9     2,3

53

23,0       3,1

7±

21,39

19,84

22,387

21,636

 

 

 

 

 

 

 

 

7+

 

 

23,578

22,878

3.756

25,9    4,29

2.635

25,6    4,60

88

25,9     4,0

81

25,0       3,6

8±

23,58

22,23

24,772

24,122

 

 

 

 

 

 

 

 

 8+

 

 

25,996

25,433

3.353

28,9    5,17

2.378

28,4    5,30

74

29,0     4,6

81

27,9       4,5

9±

25,78

24,69

27,164

26,743

 

 

 

 

 

 

 

 

9+

 

 

28,646

28,160

3.080

31,9    5,73

2.093

31,7    6,10

78

32,4     6,3

72

32,5       4,8

10±

28,07

26,91

30,128

29,579

 

 

 

 

 

 

 

 

10+

 

 

31,640

31,586

2.459

35,1    6,32

1.740

35,4    7,00

120

37,2     6,1

108

36,5       8,1

11±

30,31

29,34

33,152

33,595

 

 

 

 

 

 

 

 

11+

 

 

34,748

35,626

1.739

38,8    7,25

1.062

39,2    7,60

126

41,9     9,2

124

40,9       8,7

12±

 

 

36,344

37,658

 

 

 

 

 

 

 

 

12+

 

 

39,090

40,589

1.385

43,4    8,73

676

44,2    7,60

114

44,8   11,1

98

45,7       8,8

Tabella 3. Valori ponderali medi (kg) in differenti gruppi di età di bambini italiani riportati tra il 1939 ed il 1995.

Table 3. Mean weight (kg) of different age groups of Italian children reported between 1939 and 1995.


 

I dati, dal 1935 al 1995, sulle medie staturali (Tabella 2)  e ponderali (Tabella 3) dei bambini italiani dai 6 ai 12 anni mostrano che:

- la media della statura incrementa nel tempo in ciascun sesso per ciascuna classe d’età, sino al campione pubblicato nel 1995  (De Lorenzo  et al., 1995), in cui solamente i maschi di 10, 11 e  12 anni  e le femmine di 6 anni mostrano dei valori  medi  staturali superiori  ai  coetanei campionati nel 1970-71 (Capucci  et  al., 1982-83);

- la media del peso incrementa nel tempo in ciascun sesso per ciascuna classe d’età, eccetto che per i bambini di 6 e 7 anni, e le bambine di  7 e 8 anni del campione pubblicato nel 1995 (De Lorenzo et  al., 1995), quando confrontati con i coetanei campionati  nel 1970-71 (Capucci et al., 1982-83).

Se si considerano attendibilmente attribuibili ai bambini italiani i valori medi pubblicati nel 1995 (De Lorenzo et al., 1995) si assisterebbe  ultimamente anche in Italia ad un declino   del secular  trend  staturale. Questo dato risulta in accordo con quanto riportato per i bambini sardi (Sanna  et al.,  1996; Floris e Sanna, 1997), per i bambini di altri paesi dell’Europa occidentale (Chinn e Rona, 1984; Chinn et al., 1989; Malina, 1990; Knussmann, 1991; Rona, 1998), Australiani (Loesch et al., 2000), inoltre Hamill et al. (1977) riportano che negli Stati Uniti sarebbe terminato il trend verso l’acquisizione di maggiori dimensioni corporee.

 

 

Bambini della Città di Cagliari (7-10 anni): dimensioni corporee

Il cambiamento secolare delle dimensioni corporee nei bambini dei paesi industrializzati è un fenomeno ben documentato (tra i molti: Tanner, 1962; Meredith, 1976; Tanner et al., 1982; Eveleth e Tanner, 1990; Malina, 1990; Bodzsar e Papai, 1994; Prokopec, 1997; Bodzsar, 1998; Jaeger, 1998).

Sembrerebbe inoltre che l'incremento secolare della statura sia una conseguenza dell'incremento mostrato dall'arto inferiore piuttosto che dalla statura da seduto (Moore, 1970;  Himes, 1979; Tanner et al., 1982; Zhang e Huang, 1988; Susanne, 1993, Leung et al., 1996; Vercauteren et al., 1998; Alì et al., 2000; Sanna e Soro, 2000).

D’altra parte alcuni Autori riportano che l’incremento secolare della statura sia conseguenza di un aumento proporzionale della statura da seduto e della lunghezza dell’arto inferiore (Tanner, 1962; Bodzsar e Papai, 1994; Bodzsar, 1998). E’ stato anche segnalato, per giovani maschi polacchi di 18-19 anni, un incremento staturale, dal 1962 al 1992, conseguente ad un allungamento del busto ed un accorciamento delle estremità inferiori  (Ziólkowska, 1997).

In base ai dati relativi a 409 bambini, dai 7 ai 10 anni della Città di Cagliari, misurati nel 1975-76 (Cosseddu et al., 1979), e quelli di 349 bambini campionati nel 1996 (Sanna e Soro, 2000), per entrambi i sessi e per ciascuna classe d'età considerata, le differenze tra le medie, statisticamente significative, riguardano le seguenti variabili antropometriche: peso, statura, lunghezza convenzionale dell'arto inferiore, diametro biacromiale, diametro antero-posteriore del torace allo xifoide, perimetro toracico xifoideo, diametro trasverso del bacino, indice schelico di Giuffrida-Ruggeri, indice di massa corporea, indice cefalico ed indice facciale. Solamente gli indici: schelico, cefalico e facciale hanno mostrato delle medie superiori nei bambini misurati nel     1975-1976 rispetto a quelli misurati nel 1996.  Mentre, non sono risultate statisticamente significative le differenze tra le medie della statura da seduto e della lunghezza dell'arto superiore (Sanna e Soro, 2000).

Nei bambini di Cagliari per entrambi i sessi, considerando congiuntamente le classi d’età studiate, il peso mostra dal 1975-76 al 1996, rispetto alla statura, un maggior incremento percentuale: per il peso 13,5% nei maschi e 16,2% nelle femmine;  per la statura 2,4% nei maschi e 3,1% nelle femmine.

Una ulteriore conferma al maggiore incremento del peso rispetto alla statura la otteniamo dai valori medi che assume l'indice di massa corporea nei bambini di Cagliari, con quelli misurati nel 1996 che mostrano delle medie superiori rispetto a quelli dei coetanei dello stesso sesso misurati nel 1975-76.

 



Fig.1. Variazione percentuale delle variabili antropometriche considerate dal 1975-76 al 1996 nei bambini di Cagliari.

Fig. 1. Percentage difference of the anthropometric variables from 1975-1976 to 1996 in children from

 

Un maggiore incremento percentuale del peso rispetto alla statura è rilevabile anche nei bambini di Rofrano. Infatti, qualora si considerino congiuntamente i 7-10 anni, il peso incrementa, dal 1954 al 1980-81, dell’8,1% nei maschi e del 9,0% nelle femmine, mentre la statura incrementa rispettivamente del 3,1% e del 2,4%; dal      1980-1981 al 1995-96 l’incremento ponderale è stato del 27,1% nei maschi e del 26,2% nelle femmine, mentre la statura è incrementata del 6,2% nei maschi e del 6,5% nelle femmine. Nei bambini di Rofrano dunque l’incremento è stato maggiore dal 1980-1981 al 1995-96 che dal 1954 al 1980-81 (Cresta et al., 1982-83, 1998).

Un decremento dell’indice cefalico è stato riportato per i bambini di entrambi i sessi di Jena (Germania) nel periodo di tempo compreso fra il 1944 al 1995. Il decremento risulterebbe conseguente ad un processo di debrachicefalizzazione dovuto all'incremento nel tempo della media della lunghezza della testa ed alla relativa diminuzione della larghezza (Jaeger, 1998).

In sintesi, i bambini della Città di Cagliari misurati nel 1996 rispetto a quelli misurati nel 1975-76 hanno mostrato di essere mediamente, rispetto ai coetanei dello stesso sesso:

- più alti e soprattutto più pesanti; sull'incremento staturale ha influito in modo nettamente maggiore l'incremento mostrato dagli arti inferiori.

Incrementano inoltre anche le misure trasversali del tronco, mentre la lunghezza del tronco e la lunghezza dell’arto superiore rimangono sostanzialmente simili.

Subiscono invece un decremento le medie dell'indice cefalico e di quello facciale.

Dunque, i bambini attuali della Città di Cagliari sono, in media, più alti, più longilinei, più larghi e più pesanti, nonché con teste più allungate e facce più larghe dei coetanei dello stesso sesso di vent’anni fa.

 

 

Giovani adulti: coscritti alla visita di leva

I dati sui militari costituiscono una delle fonti principali  di informazione  utilizzate  per  analizzare, in serie  storica,  il fenomeno  del secular trend della statura (Sandberg  e Steckel, 1987).

Il  secular trend della statura nelle regioni sviluppate  ha  mostrato un arresto e/o un'inversione di tendenza sia in Europa  in conseguenza  della I e della II Guerra Mondiale (Chamla,  1964, 1983; Masali, 1967; Olivier et al., 1977a; van Wieringen, 1979;  Wolanski, 1980; Malina, 1990; Demoulin, 1998; Fubini et al., 2001) sia in Giappone a causa della II Guerra Mondiale (Matsumoto, 1982).

Considerando  i  dati delle medie staturali dei  coscritti  delle regioni italiane dalla leva del 1894 (nati nel 1874) a quella del 1996 (nati nel 1978) si nota innanzitutto che la media italiana è incrementata  di 10,7 cm (1,05 cm/decade in 102 anni),  variando infatti da 163,75 a 174,45 cm (Tabella 4).

 


 

Autore

Livi, 1896

Costanzo, 1948

Costanzo, 1948

Cappieri, 1960

Grassivaro Gallo, 1972

ISTAT, 1983

ISTAT, 1995

ISTAT, 2000

Anno di nascita

1859-63

1874

1918

1933

1947

1960

1972

1978

Anno di leva

1879-83

1894

1938

1953

1966-67

1978

1990

1996

Regioni

 

 

 

 

 

 

 

 

Piemonte

164,90

164,58

168,14

169,90

171,30

174,27

174,48

174,87

Valled'Aosta

-

-

-

168,90

-

171,55

175,31

175,71

Liguria

165,50

165,13

168,81

170,20

171,40

174,27

174,45

175,00

Lombardia

165,30

164,69

167,42

169,20

171,00

173,81

174,63

175,10

Trentino Alto Adige

-

-

-

169,40

172,60

175,21

175,91

177,00

Veneto

166,60

166,70

168,62

170,00

171,70

174,77

176,10

176,90

Friuli Venezia Giulia

-

-

-

171,80

174,40

176,40

177,35

177,90

Emilia Romagna

165,30

165,27

167,75

169,90

171,70

174,40

174,99

175,35

Toscana

165,60

164,94

168,11

170,40

172,20

174,40

174,99

175,75

Marche

163,80

163,83

165,55

167,90

170,50

173,29

174,51

175,00

Umbria

164,20

163,86

165,95

167,60

170,20

173,51

174,56

175,31

Lazio

164,30

164,00

166,44

168,40

170,50

173,77

174,23

175,32

Abruzzi-Molise

163,20

162,48

164,52

165,50

168,10

172,07-170,74

173,85-172,70

174,25-173,05

Campania

163,50

162,88

165,03

165,20

167,50

170,85

172,67

173,10

Puglia

163,50

162,17

163,45

164,80

167,50

171,19

172,79

173,35

Basilicata

162,60

159,30

161,99

162,90

165,60

169,47

172,16

173,35

Calabria

163,10

161,10

163,68

164,00

166,80

169,43

171,44

172,35

Sicilia

163,50

161,65

164,17

164,60

167,10

170,38

171,96

172,42

Sardegna

161,90

159,86

161,93

163,30

166,10

169,22

170,71

171,31

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Italia

164,50

163,75

166,24

167,46

169,73

172,69

173,96

174,45

Tabella 4. Media della statura (cm) dei coscritti delle regioni italiane dalla leva del 1879-83 a quella del 1996.

Table 4. Mean height (cm) of conscript drafted from the different regions between 1879-1883 and 1990.


 

 

Periodo

1883-1894

1894-1938

1938-1953

1953-1967

1967-1978

1978-1990

1894-1996

Regioni

 

 

 

 

 

 

 

Piemonte

-0,29

0,81

1,17

1,00

2,70

0,18

1,01

Valle d’Aosta

-

-

-

-

-

3,13

-

Liguria

-0,34

0,84

0,93

0,86

2,61

0,15

0,97

Lombardia

-0,55

0,62

1,19

1,29

2,55

0,68

1,02

Trentino Alto Adige

-

-

-

2,29

2,37

0,58

-

Veneto

0,09

0,44

0,92

1,21

2,79

1,11

1,00

Friuli Venezia Giulia

-

-

-

1,86

1,82

0,79

-

Emilia Romagna

-0,03

0,56

1,43

1,29

2,45

0,49

0,99

Toscana

-0,60

0,72

1,53

1,29

2,22

0,48

1,06

Marche

0,03

0,39

1,57

1,86

2,54

1,02

1,10

Umbria

-0,31

0,48

1,16

1,86

3,01

0,88

1,12

Lazio

-0,27

0,55

1,31

1,50

2,97

0,38

1,11

Abruzzi-Molise

-0,65

0,46

0,65

1,86

-

-

-

Campania

-0,56

0,49

0,11

1,64

3,05

1,52

1,00

Puglie

-1,21

0,29

0,90

1,93

3,35

1,33

1,10

Basilicata

-3,00

0,61

0,61

1,93

3,52

2,24

1,38

Calabria

-1,82

0,59

0,21

2,00

2,39

1,68

1,10

Sicilia

-1,68

0,57

0,29

1,79

2,98

0,28

1,06

Sardegna

-1,85

0,47

0,91

2,00

2,84

1,24

1,12

 

 

 

 

 

 

 

 

Italia

-0,68

0,57

0,91

1,62

2,69

1,06

1,05

 

 

 

 

 

 

 

 

Decadi

1,1

4,4

1,5

1,4

1,1

1,2

10,2

Tabella 5. Stima degli incrementi staturali (cm/decade) dei coscritti italiani alla visita dalla leva del 1879-83  a quella del 1996.

Table 5. Estimated rates of secular change in stature (cm/decade) of conscripts drafted from Italian regions between 1879-1883 and 1996.


Le  regioni italiane hanno mostrato un comportamento  eterogeneo, in  cui si può rilevare una tendenza da parte delle  regioni  del Nord  e del Centro Italia ad avere delle medie più  alte,  mentre quelle del Sud Italia e delle Isole risultano averle relativamente  più  basse (Tabella 4). 

Le regioni del Nord  e  Centro  Italia hanno  inoltre manifestato per prime, rispetto alle  regioni  del Sud  Italia  ed alle Isole, una maggiore  intensità  del  secular trend  staturale (Tabella 5).  Il maggiore incremento staturale si  nota  nel confronto  tra  la leva del 1978 (nati nel 1960) con  quella  del 1966-67 (nati nel 1947). Infine, gli incrementi staturali stimati indicano che il secular trend della statura benché sia ancora positivo mostra nelle ultime decadi una tendenza a diminuire la sua intensità (Floris e Sanna, 1998; Fubini et al., 2001).

Da  questi  dati sui giovani adulti risulta chiaro,  come  già rilevato precedentemente per i neonati ed i bambini, che nell'ambito del secular trend, a seconda del periodo considerato, possano verificarsi tra le popolazioni delle  variazioni  differenti nella quantità dell'incremento. Questo fenomeno si è  manifestato non  solo tra le popolazioni ma anche tra gli strati  sociali  di una stessa popolazione (Brundtland et al., 1980; Bielicki e Welon, 1982;  Rona e Chinn, 1984; Ziólkowska, 1997; Demoulin, 1998).

Da  segnalare  infine che tra i coscritti italiani  quelli  sardi appaiono  essere quelli mediamente meno alti, rispetto  ai  coevi delle altre regioni dello Stato italiano, in quasi tutti gli anni di  leva  considerati, con le eccezioni di quelli degli  anni  di leva  del 1894, 1953 e 1966-67 in cui risultano mediamente  superiori  solamente a quelli della regione Basilicata (Italia  meridionale).  Mentre quelli più alti sono i coscritti  Veneti  degli anni  di leva 1879-83 e 1894, i Liguri dell'anno di leva  1938  e della  regione  Friuli-Venezia-Giulia degli anni  di  leva  1953, 1966-67, 1978, e 1990.

Le differenze riscontrate nei valori medi staturali dei coscritti italiani  delle  diverse regioni può essere conseguenza di diversi fattori che agiscono sia a livello genetico sia fenotipico:

-  iniziali differenze genetiche tra le popolazioni italiane  (Piazza et al., 1988);

- condizioni socio-economiche e demografiche che differenziano soprattutto le regioni del Nord e Centro Italia rispetto a quelle dell'Italia  meridionale  e delle isole (Centro  Studi  Confindustria, 1989; ISTAT, 1990).

 

 

Giovani adulti: femmine della Sardegna dai 19 ai 30 anni  

Per quanto riguarda il secular trend staturale della popolazione femminile italiana i dati sono estremamente limitati. Infatti sono assenti delle serie statistiche che consentano un raffronto temporale. Pertanto per la componente femminile è necessario utilizzare le informazioni derivanti da campioni trasversali composti da differenti fasce di età. Tuttavia in questa prospettiva occorre sottolineare che le variazioni riscontrate potrebbero essere conseguenti agli effetti sia del secular trend sia dell’invecchiamento, e dunque nell’analisi dei dati occorre distinguere quale sia il relativo contributo. Comunque in base ad un campione di 100 donne, dai 19 ai 30 anni, della Città di Cagliari (Sardegna), misurate nel 2001 dall’Autore, è stata notata una media staturale pari a 1608 mm ed una ponderale di 53,0 kg, contro un valore di 1557 mm e di 49,57 kg riportato per un campione di donne sarde campionate nel 1981 (Floris e Sanna, 1982) ed uno pari a 1573 mm per un campione definito della provincia di Cagliari raccolto tra il 1989 ed il 1991 (Marini et al., 2001). Le differenze riscontrabili potrebbero essere conseguenza sia degli effetti del secular trend sia della differente composizione dei campioni rispetto alla provenienza delle donne da ambienti rurali ed urbani.

 

 

Menarca

L'età  media al menarca è diminuita in Europa occidentale  dal 1830  al 1980 di circa 3-4 mesi per decade (Eveleth  e  Tanner, 1990).

Per  i  Comuni  di Bologna, Imola e Ferrara, Gini e De  Orchi (1939,  p. 22) utilizzando 831 osservazioni calcolano, in base ad un campionamento effettuato nel 1928 su madri di famiglie  numerose, un'età media al menarca di 13,87 anni.

Nella  provincia di Bologna (Regione Emilia-Romagna)  è  stata registrata una diminuzione  dell'età  media  al menarca  tra le coorti 1930-39 e 1950-59, con una  variazione  da 12,52 anni a 12,20, mentre per le nate nel 1960-69 si è notato un incremento  essendo  stata rilevata un'età media  al  menarca  di 12,46,  ulteriormente incrementata sino al valore di  12,53  anni nelle nate nel periodo 1970-73.

 

Coorti

N

Media

DS

 ES

1930-39

333

12,52

1,26

0,07

1940-49

758

12,45

1,43

0,05

1950-59

525

12,20

1,33

0,06

1960-69

495

12,46

1,38

0,06

1970-73

819

12,53

1,30

0,05

Tabella 6 . Media, deviazione ed errore standard dell’età al menarca nel tempo nella provincia di Bologna (Martuzzi Veronesi e Gueresi, 1993, 1994).

Table 6. Means, standard deviations and standard errors of menarcheal age (yrs) in the province of Bologna, Central-North (Martuzzi Veronesi and Gueresi, 1993, 1994).

 

Per  valutare eventuali differenze nell'età al menarca tra  donne della Città di Bologna e della provincia o tra attività manuale ed impiegatizia, Martuzzi Veronesi e Gueresi (1994) hanno suddiviso  il campione da loro esaminato in due gruppi,  uno  composto dalle donne nate tra il 1930 ed il 1954 (periodo che evidenzia una tendenza ad una più precoce maturazione), e l'altro da donne nate tra il 1955  ed il 1973 (periodo caratterizzato da un’inversione di tendenza). Il confronto tra le donne nate tra il 1930 ed 1954 mostra che l'età al menarca è minore, in modo statisticamente significativo,  in Bologna rispetto alla sua provincia, e nel gruppo in cui il capofamiglia è un impiegato rispetto a quello in cui il capofamiglia è un operaio. Mentre tra le donne nate tra il 1955 ed il 1973 non esiste una differenza statisticamente significativa sia tra Bologna e la sua provincia, sia tra i gruppi in cui il capofamiglia è un impiegato ed un operaio.

 

Coorti

N

Media

DS

ES

1930-1954

 

 

 

 

Bologna città

471

12,24

1,33

0,06

Bologna prov.

915

12,48

1,37

0,05

 

 

 

 

 

Impiegati

554

12,29

1,36

0,06

Lavoratori manuali

816

12,48

1,35

0,05

 

 

 

 

 

Coorti

N

Media

DS

ES

1955-1973

 

 

 

 

Bologna città

848

12,50

1,29

0,04

Bologna prov.

696

12,44

1,41

0,05

 

 

 

 

 

Impiegati

672

12,45

1,33

0,05

Lavoratori manuali

788

12,49

1,35

0,05

Tabella 7. Media, deviazione ed errore standard dell’età al menarca nel tempo nella provincia di Bologna, in figlie di impiegati e di lavoratori manuali (Martuzzi Veronesi e Gueresi, 1993, 1994).

Table 7. Means, standard deviations and standard errors of menarcheal age (yrs) by habitat and type of work (Martuzzi Veronesi and Gueresi, 1993, 1994).

 

Per la Sardegna in base ad un campione di 3261 ragazze, esaminate tra  il 1987 ed il 1990 con il metodo dello status quo,  è  stata indicata  un'età mediana al menarca pari a 12,71 anni (Floris  et al., 1991), inferiore all'età media di 13,02  anni segnalata  nel 1974  (Maxia  et  al., 1974), che a sua  volta  risultava  minore dell'età media: 14,18 anni, riportata da Gini e De Orchi (1939) (Tabella 5). Medie queste ultime calcolate tramite il metodo retrospettivo.

 

Ordine di nascita

Mediana

ES

Professione pat.

Mediana

ES

Primogenite

12,62

0,07

Intellettuali

12,36

0,21

Secondogenite

12,71

0,07

Commercianti

12,43

0,15

Terzogenite

12,78

0,10

Impiegati

12,65

0,09

Quartogenite ed oltre

12,82

0,09

Operai

12,73

0,06

 
 
 
Agricoltori e pastori
12,85
0,16

Tabella 8. Mediana e relativo errore standard dell’età al menarca nelle ragazze sarde secondo l'ordine di genitura e la professione del padre (Floris et al., 1991).

Table 8. Medians and standard errors of menarcheal age (yrs) in Sardinian girls by birth order and paternal profession (Floris et al., 1991).

 

Dunque l'età al menarca in Sardegna continua a decrescere,  inoltre fattori come l'ordine di genitura, il livello socio-economico ed anche la dimensione della famiglia, in connessione con  altri fattori come ad esempio le migliorate condizioni  alimentari ed igieniche, influenzerebbero l'età al menarca (Floris et al., 1991).

Il  valore  attuale dell' età mediana al menarca  delle  ragazze sarde,  non è molto distante da quelli calcolati  con  la  stessa metodica (status quo) e riportati su lavori pubblicati negli Anni Ottanta e Novanta per altre regioni italiane:

- 12,77 per il  Veneto (Grassivaro  Gallo e Boscolo Moro, 1980);

- 12,71 per la Sardegna (Floris et al., 1991);

- 12,67 per le Marche (Grassivaro  Gallo, 1991); 

- 12,66  per  le Puglie (Grassivaro Gallo  e  Parnigotto, 1982);  

- 12,51 anni per il Molise (Vienna e Capucci, 1994).

- 12,44 per la provincia di Roma (Vienna e Capucci, 1994); 

In alcuni paesi il secular trend della riduzione dell'età al  menarca si è arrestato, es.: in Gran Bretagna (Dann e Roberts, 1973; Roberts, 1994) e negli USA, come rilevabile dai dati di campioni rappresentativi relativi agli anni 1960, e da campioni degli anni 1940, e 1950, in cui l'età media al menarca è sempre di circa 12,8 anni (Malina, 1990).

Tra gli Anni Cinquanta e Settanta in diverse popolazioni  europee è  stato  segnalato  il termine o il  rallentamento  dell’età al menarca: Oslo, ex DDR, Ungheria, Brussels, Polonia  (Malina, 1990; Hulanicka e Waliszko, 1991). Un arresto del  decremento dell'età al menarca è stato rilevato anche in Islanda, infatti in coorti nati nel periodo 1951-1967 l'età media al menarca è  rimasta  stabile intorno ai 13,5 anni (Tryggvadottir  et  al., 1994). Inoltre è stata segnalata anche una leggera inversione  di tendenza  del secular trend della riduzione dell'età al  menarca, per  il periodo 1977-82 a Split-Croatia e per il periodo  1982-91 a Zagabria-Croatia, in cui l'età media è passata da 12,87  a 12,95 anni per Split, e da 12,70 a 12,82 anni  per Zagabria (Prebeg  et al., 1994). Anche nella provincia di Bologna  il  secular trend verso una riduzione dell'età al menarca ha mostrato nelle ultime decadi un’inversione di tendenza. Infatti mentre per la coorte 1950-59  è  stata calcolata un'età media al menarca pari a 12,20 anni, per le coorti 1960-69 e 1970-73 l'età media è risultata pari rispettivamente a 12,46 e 12,53 anni.

 

 

Menopausa

La esistenza di un secular trend relativo ad una posticipazione dell'età alla menopausa è controversa. In base ad  una  ampia rivisitazione  critica  dei lavori che  segnalano  un  incremento dell'età alla menopausa, non è stata avallata l'ipotesi che negli ultimi cento anni ci sia stato un ritardo di 4 anni dell'età alla menopausa,  si sostiene piuttosto che l'età alla  menopausa  sia rimasta  costante  nel tempo, approssimativamente intorno  ai  50 anni (Pavelka e Fedigan, 1991).

In  base  ad uno studio pubblicato nel 1992, l'età  mediana  alla menopausa  per  la  Sardegna è risultata  essere  di  50,50  anni (Floris  et  al.,  1992); mentre l'età media  della  menopausa  è risultata  pari  a  49,14 anni contro una media  di  47,97  anni, riportata nel 1975 (Maxia et al., 1975), e di 46,75 in base ad un campionamento  effettuato nel 1928 su madri di famiglie  numerose (Gini e De Orchi, 1939, p. 27).

 

SARDEGNA

Età media

Autori

49,14

Floris et al., 1992

47,97

Maxia et al., 1975

46,75

Gini e De Orchi, 1939

 

Da  dati raccolti con il metodo retrospettivo su donne nate  a Bologna  (Capoluogo  della  Regione  Emilia-Romagna,  Centro-Nord Italia) tra il 1846-55 ed il 1916-25 è stata rilevata un  aumento dell'età  media alla menopausa da 47,52±4,95 anni  di  deviazione standard  a 50,01±4,50 (Tabella 9) (Martuzzi Veronesi  e  Gualdi Russo, 1982-83).

 

Decenni

Media

DS

ES

1846-55

47,52

4,95

0,89

1856-65

47,06

4,92

0,44

1866-75

48,26

4,81

0,35

1876-85

47,39

4,09

0,40

1886-95

48,92

4,57

0,64

1896-905

48,74

4,78

0,66

1906-15

49,92

4,54

0,52

1916-25

50,01

4,50

0,52

Tabella  9. Media, deviazione ed errore standard dell’età alla menopausa, nel tempo, in donne di  Bologna calcolate  per decennio di nascita (Martuzzi Veronesi e  Gualdi Russo, 1982-83).

Table 9. Means, standard deviations and standard errors of age (yrs) at menopause in the city of Bologna, Central-North (Martuzzi Veronesi and Gualdi Russo, 1982-83).

 

Lo  stato socio-economico e l'attività  lavorativa  sembrerebbero influenzare l'età alla menopausa, in quanto in caso di condizioni agiate  e di attività non-manuali sarebbe più  tardiva  (Martuzzi Veronesi e Gualdi Russo, 1982-83, p. 34).

 

 

Forma della testa

Ricordiamo che il primo reperto brachicranico dell’Europa occidentale è rappresentato dall’Uomo di Ceprano (800-900 mila anni fa) (Manzi et al., 2001) e che nel  Mesolitico si sono manifestati in Europa diversi casi  di brachicefalia  (Corrain, 1971; Olivier et al., 1972, 1979),  la tendenza  alla  brachicefalizzazione, soprattutto  in conseguenza dell'allargamento del cranio più  che dal  suo  accorciamento (Billy, 1966), è proseguita in  varie  popolazioni europee sino agli inizi del secolo XX.

Dalla fine della I Guerra Mondiale, anche la forma della testa sarebbe soggetta agli effetti del secular trend. In alcune  popolazioni dei paesi industrializzati si assisterebbe infatti ad  un processo  di debrachicefalizzazione (Billy, 1966; Facchini e Gualdi Russo, 1982; Vercauteren et al., 1983; Vercauteren, 1990; Demoulin, 1998).  mentre  secondo Wolanski  (1985)  il fenomeno  della  brachicefalizzazione  risultava ancora in atto in Polonia.

Per  quanto  riguarda  la Sardegna, i primi  dati  sui  viventi relativi alla forma della testa sono quelli sull'indice  cefalico dei  coscritti  alla visita di leva del 1879-1883. 

Mediamente  i giovani ventenni sardi della classe 1859-1863 mostravano un indice  cefalico pari a 77,5 (mesocefalia).

I coscritti della  allora provincia  di  Cagliari,  cioè  la  Sardegna  centro-meridionale, presentavano  un indice cefalico di 77,2 (mesocefalia)  e  quelli della  allora  provincia di Sassari,  Sardegna  settentrionale  e parte centrale montagnosa dell'Isola, di 78,1 (mesocefalia) (Livi, 1905).

Nel 1978 è stato segnalato per dei giovani adulti (18-24 anni) del Nord Sardegna un indice cefalico mediamente pari a 80,01 per i maschi (dunque mesocefalia, ricordiamo che il valore inferiore della categoria della brachicefalia è pari ad 81,0 per i maschi)  mentre per le femmine è di 80,90 (mesocefalia, limite della brachicefalia 82,0)  (Floris, 1978). Da questi dati e per il periodo  considerato sembrerebbe dunque in atto un  processo  di brachicefalizzazione, con un incremento  per i giovani maschi del Nord Sardegna di 1,91 unità in circa 95 anni.

Da un campionamento effettuato nel 2001 dall’Autore relativamente a 45 maschi, dai 19 ai 29 anni, della Città di Cagliari risulta un indice cefalico pari ad una media di 79,30; mentre da un campione, sempre del 2001, composto da 39 femmine cagliaritane, dai 19 ai 29 anni, il valore medio risulta di 80,63. Valori dunque sempre nell’ambito della mesocefalia, che suggerirebbero, anche per i maschi della Sardegna meridionale, una tendenza, almeno per il lungo periodo (dai nati del 1859-63 a quelli del 1972-82), alla brachicefalizzazione.

 

 
Indice di massa corporea

Dall'analisi,  nel tempo, dei valori dell'indice di massa corpo­rea (Body Mass Index): peso (kg)/statura (m2), è possibile valutare eventuali cambia­menti nella dimensione corporea. 

Riguardo al secular trend della dimensione corporea secondo alcuni Autori si noterebbe,  in genere, una tendenza all'aumento dell'indice di massa corporea, ovvero si noterebbe un incremento della corpulenza; altri  Autori rileverebbero una situazione inversa,  ovvero  una tendenza a mostrare una complessione corporea più magra (Eveleth e Tanner, 1990; Malina, 1990); infine secon­do Cernerud e Lindgren (1991) i ragazzi di Stoccolma di 10 e  13 anni di età, di entrambi i sessi, presenterebbero un BMI presso­ché  identico nei valori medi confrontando le coorti nate negli anni 1933, 1943, 1953 e 1963. Per quanto concerne i soggetti in crescita della Sardegna (7-10 anni) si rileva un incremento dei valori del BMI per ciascun sesso in ogni classe d’età.

 

Variabili

Età

Corda, (1935)

Campionamento 1999-2000

BMI*

 

Maschi

Femmine

Maschi

Femmine

 

 

M

 

M

 

N

M

DS

N

M

DS

 

15,86

-

14,83

-

105

16,47

2,68

107

16,26

1,94

 

15,51

-

15,19

-

109

16,85

2,60

88

16,43

2,58

 

15,53

-

15,57

-

100

17,50

2,44

115

17,07

2,59

 

10±

15,72

-

16,16

-

94

18,25

2,79

102

18,15

3,31

Tabella 10. Variazione dei valori medi del peso (kg), statura (cm), e BMI nei bambini della Città di Cagliari dal 1935 al 1999-2000. * BMI= Nei dati del 1935 è stato stimato dalle medie.

Table 10. BMI means values in Cagliari children measured in 1935 and 1999-2000. *  BMI data are estimated from means in the 1935.

 

Urbanizzazione e secular trend

E’ stato stimato che nel 2000  circa 3,2 miliardi di persone abbiano vissuto in ambienti urbani.  Dal 1800 al 2000 la popolazione mondiale  avrebbe avuto un incremento pari a 6,4 volte, mentre la popolazione delle  aree urbane avrebbe avuto un incremento di 128 volte.

Questa  vera  e  propria rivoluzione  della  distribuzione  delle popolazioni negli ambienti di vita comporta  delle  profonde modificazioni  non solo in termini socio-economici,  culturali  e demografici  ma  anche  dal punto di vista  dell'accrescimento  e delle caratteristiche antropometriche.

Nelle  società industrializzate è stata da tempo osservata  sia un'accelerazione  nei ritmi d'accrescimento sia una statura  più elevata  tra  gli  individui  urbani  rispetto  a  quelli  rurali (Gavrilovic,  1983; Eveleth e Tanner, 1990; Greil, 1991; Demoulin, 1998). Questa differenza risulterebbe  più marcata nei paesi  industrializzati economicamente  meno avanzati (Bielicki e  Waliszko,  1991).  Gli individui  di  estrazione urbana sarebbero  inoltre,  rispetto  a quelli  rurali,  mediamente  più alti e più longilinei  (Greil, 1991). 

Occorre comunque sottolineare che in un recente studio su  soggetti in accrescimento (6-10 anni) di Sedilo e Sestu, due Comuni della Sardegna a differente retroterra geografico, linguistico e rispettivamente classificati di tipologia rurale e semi-urbana (ISTAT, 1986), non è stata rilevata nessuna differenza statisticamente significativa in ogni classe d’età per le seguenti variabili antropometriche: statura, statura da seduto, lunghezza convenzionale dell’arto inferiore, diametro biacromiale, diametro bicrestiliaco, perimetro minimo addominale, perimetro del bacino alla massima estensione, perimetro del braccio, perimetro del polpaccio e indice di massa corporea.         

Dato che l’indice di massa corporea è considerato un buon indicatore dello stato nutrizionale, si deduce che qualora i soggetti coevi siano in simili condizioni nutrizionali non esistano tra gruppi di bambini sardi a differente tipologia urbana e rurale delle differenze antropometriche statisticamente significative (Floris et al., 1999). Segnaliamo che anche tra bambini urbani e non urbani della Città dell’Aquila e della sua provincia non sono state trovate, in genere, differenze statisticamente significative per delle variabili antropometriche (Toselli et al., 1996; Toselli e Gruppioni, 2001).

 

 

Fattori influenzanti l’incremento secolare

Il  secular  trend  è la risultante di una  serie  complessa  di fenomeni  che  agiscono sull'adattabilità umana sia  in  termini fenotipici sia microevolutivi (Wolanski, 1985; Susanne e Bodzsar, 1998).

Poiché lo sviluppo fisico dipende dalla interazione tra substra­to  genetico ed ambiente, le differenze riscontrate nelle  varia­zioni secolari, sia nell'ambito di una stessa popolazione sia tra le popolazioni, sono  da ascrivere sia a  differenze  dei  loro "pool" genetici sia a differenti condizioni ambientali (Gynesis, 1980; Floris e Sanna, 1998).

I  fattori   influenzanti  il  secular  trend   possono   essere fondamentalmente individuati all’interno di 3 tipi di fenomeni (Wolanski, 1980):

1)  cambiamenti  nelle  condizioni di vita,  che  stimolano  delle risposte di adattamento fenotipico;

2)  selezione differenziale nella fecondità e  nella  mortalità, che favorisce gli individui portatori di una certa caratteristica e che quindi conduce ad una selezione diffe­renziale delle frequenze genotipiche;

3) movimenti migratori, in quanto è stato notato che i sogget­ti che immigrano in una data popolazione sarebbero, in genere,  porta­tori  di tratti di pre-adattamento: migrazione direzionale. I cambiamenti appor­tati dai flussi migratori sarebbero  sia  di tipo biologico: apporto di  nuovi geni, sia fenotipico: eterosi.

 

1) Cambiamenti  nelle  condizioni di vita

Per quanto riguarda i cambiamenti nelle condizioni di vita esiste una difficoltà oggettiva, considerata la correlazione esistente tra  le diverse variabili dei sistemi socio-economico-ambientali (Furukawa, 1982), nell'individuare quale sia l'apporto dei singo­li fattori al fenomeno del secular trend (Olivier et al.,  1977b; Facchini e Gualdi-Russo, 1982; Floris e Sanna, 1998).

Tra le relative cause influenzanti il secular trend svolgerebbero una parte rilevante (Wolanski,  1980;  Cetti et al.,  1988; Susanne e Bodzsar, 1998):

- i mutamenti  nutrizio­nali (soprattutto l'incremento dell'assunzione di proteine anima­li);

- le migliorate  condizioni  del servizio sanitario e delle condizioni igieniche,  contribuendo ad abbreviare  la  durata delle malattie che inibiscono lo  sviluppo dell'organismo   e   che   incidono  sullo sviluppo   finale, svolgerebbero  un ruolo tra i più importanti nell'influenzare il secular  trend;

- l'innalzamento  dei   livelli  culturali   ed   educativi   che  diffondono  una  sempre  più appropriata cura della prole.

Altri fattori messi in relazione con cambiamenti nella  distribu­zione  del peso alla nascita, nell'accelerazione  dei  ritmi  di accrescimento  e del conseguimento di maggiori dimensioni  finali sono  molteplici,  si possono tra gli altri citare:  il reddito, l'ordine di genitura, la riduzione del numero medio di figli  per famiglia, l'età media dei genitori alla nascita (25-32 anni per la madre e 30-35 anni per il padre) (Wolanski, 1980, 1985; Demoulin, 1998).

 

2)  Selezione differenziale nella fecondità e  nella  mortalità

La selezione per fecondità e  mortalità differenziale tra indi­vidui  bassi e alti, questi ultimi risulterebbero  essere  solitamente meno fecondi, rispetto ai bassi, ma con una maggiore capacità di raggiungere  l'età riproduttiva, svolgerebbe  un  ruolo nell'ambito del fenomeno del secular trend (Wolanski, 1980).

La mortalità e la fecondità differenziale a favore di individui più alti che, nel passato, in condizioni di forte disagio socio-economico e di inadeguatezza nutrizionale, avrebbero avuto maggiore difficoltà di sopravvivenza e riproduzione rispetto a soggetti di minori dimensioni corporee (Masali e Venturini, 1964; Wolanski, 1980; Olivier et al., 1979; Olivier, 1980; Facchini e Gualdi Russo, 1982; Wolanski, 1988; Sobral, 1990; Floris e Sanna, 1998); la riduzione della pressione selettiva sugli individui più alti e longilinei che erano meno resistenti a malattie di tipo endemico e/o epidemico, per esempio la tubercolosi (Olivier et al., 1979; Facchini e Gualdi Russo, 1982); la riduzione della mortalità perinatale ed infantile (Olivier, 1980; Wolanski, 1980; Sobral. 1990; Floris e Sanna, 1998) tenderebbero a favorire un secular trend positivo.

Diversi Autori hanno suggerito che l’incremento secolare della statura sia strettamente correlato con la mortalità perinatale ed infantile (Olivier, 1980; Wolanski, 1988; Sobral, 1990; Floris e Sanna, 1998). La valutazione della concordanza tra le variabili suddette è plausibile in quanto i tassi di mortalità perinatale ed infantile sono considerati dei buoni indicatori delle condizioni socio-economiche ed igieniche delle popolazioni (Corchia et al., 1979; Cetti et al., 1989).  Floris e Sanna  (1998) hanno riportato che la correlazione inversa tra tasso di mortalità perinatale ed infantile ed incremento della statura dei coscritti alla visita di leva (nati 1929-1965) è pari rispettivamente a r=-0,9170 (g.l.=35, p<0,0001) ed r=-0,9505 (g.l.=35, p<0,0001).

 

3) Movimenti migratori

Un contributo al fenomeno del secular trend sembra sia  apportato anche dai movimenti migratori, per flusso genico  da  migrazione direzionale  e  per effetto fenotipico da eterosi:  la  prole  di genitori provenienti da cerchie matrimoniali differenti (esogami) mostrerebbe l'effetto dell'eterosi (Hulse, 1957, 1981; Schreider,  1968;  Nikityuk e Filippov,  1977; Olivier et al., 1977b; Wolanski, 1978, 1980; Floris e Sanna, 1982). Alcuni Autori reputano  inesistente  l'effetto  da eterosi (Tanner, 1966; Chiarelli,  1977; Helmuth, 1983; Henneberg e van den Berg, 1990; Schmitt  et  al.,  1991).

Comunque, risulta estremamente difficile individuare quale sia il contributo dei singoli fattori al secular trend, poiché ciascuno di essi, sia genetico, sia ambientale, molto probabilmente ha un’intensità variabile nel tempo e nello spazio, e quindi un effetto variabile di interazione con questo complesso fenomeno (Facchini e Gualdi Russo, 1982; Floris e Sanna, 1998).

In sintesi, alla luce dei dati analizzati, pur nella diversità con cui il fenomeno dell’incremento secolare si è manifestato in Italia nel tempo e nello spazio, possiamo rilevare nell’ambito dei cambiamenti secolari oltre che una accelerazione dei processi di maturazione e sviluppo, anche una sostanziale modificazione delle dimensioni corporee e cefaliche delle generazioni attuali rispetto a quelle precedenti coeve e dello stesso sesso. In particolare, sembrerebbe potersi rilevare un rallentamento dell’incremento staturale mentre il peso, nelle ultime decadi, aumenta notevolmente, determinando un aumento della prevalenza del sovrappeso e dell’obesità anche nei soggetti in accrescimento, prospettando così l’insorgenza di un fenomeno preoccupante per i risvolti socio-sanitari e per la vita di relazione dei soggetti affetti.

Occorre infine rimarcare che risulta estremamente difficile poter valutare il fenomeno del secular trend per l’Italia nel suo complesso, in quanto la ricerca sull’argomento è frammentaria in conseguenza oltre che della difficoltà di ottenere dei campioni rappresentativi dell’intero Stato italiano, anche dalla cronica carenza di risorse e dall’assenza di una progettualità di ricerca comune del fenomeno. Pertanto sarebbe auspicabile programmare un’indagine coordinata e di ampio respiro come quella condotta negli anni Settanta per l’Ente Italiano della Moda (1979).

 

 

Ringraziamenti. Lavoro eseguito con i fondi M.U.R.S.T. 60%.

 

 

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